Il 1 e il 2 marzo 2023, presso la Camera dei Deputati, si è tenuto il tredicesimo Congresso internazionale dei ministri della giustizia “NO JUSTICE WITHOUT LIFE”, sul tema dell’abolizione della pena di morte, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, a cui hanno partecipato diversi ministri della giustizia da vari paesi del mondo e rappresentanti della società civile e delle comunità religiose. Era presente anche l’IBISG, che negli anni 2000 ha contribuito attivamente alla raccolta delle firme per la moratoria permanente della pena di morte promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.
Nel corso degli anni, la Comunità di Sant’Egidio ha contribuito attivamente, in diversi paesi del mondo, a far sì che la pena di morte potesse essere abolita. Questo sostegno è stato manifestato in diversi modi, anche attraverso le visite nelle carceri.
Il punto centrale, messo in luce da Mario Giro, membro della Comunità di Sant’Egidio, è che “la pena di morte porta con sé la convinzione che la violenza sia inevitabile”. Non c’è spazio, in un luogo in cui la pena di morte è presa in considerazione come opzione efficace per la realizzazione della giustizia, per la speranza e la fiducia che le persone possano migliorare, comprendere, cambiare. Il diritto penale, infatti, come ha messo in evidenza l’Ambasciatrice Anne Eastwood del Principato di Monaco, è nient’altro che l’esercizio della giustizia nel rispetto della dignità della vita.
L’Italia è stato uno dei primi paesi a muovere i passi verso l’abolizione della pena capitale. È stato più volte ricordato l’articolo 27 della nostra Costituzione, il quale afferma che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. È stata anche richiamata all’attenzione la celebre opera di Cesare Beccaria “Dei delitti e delle pene”, nella quale l’autore condanna severamente l’utilizzo del sistema penitenziario come punizione, bensì esso dovrebbe essere utilizzato per rieducare il detenuto affinché possa avere una seconda possibilità.
Queste sono anche le parole di Papa Francesco, il quale ha sostenuto che la pena di morte risulta inaccettabile perché mina la dignità della vita umana.
Erano presenti non solo i rappresentati di paesi che hanno già abolito la pena capitale, ma anche quelli in cui ancora vige come il ministro della giustizia del Marocco che ha raccontato dell’ardua lotta che sta portando avanti affinché si possa giungere, nel più breve tempo possibile, all’eliminazione della pena di morte dal Codice penale marocchino.
«Questa occasione - ha aggiunto Mario Marazziti, coordinatore della Campagna per l’abolizione della pena di morte della Comunità di Sant’ Egidio - è stato un punto di partenza per tutti e solo insieme, uniti, possiamo giungere a una più ampia trasformazione del diritto e una diversa comprensione di ciò che significa garantire la giustizia».
Marazziti ha infatti parlato di “Agenda dei passi successivi”, mettendo anche in luce l’importanza di compiere azioni coraggiose, anche se non dovessimo essere seguiti dalla maggioranza.
C’è bisogno di una nuova leadership in grado di perseguire delle idee forti con coraggio, portando avanti un nuovo “protagonismo internazionale”, che si basi su una profonda comprensione del termine giustizia, il quale non potrebbe mai essere in contrapposizione con il rispetto della dignità della vita.
Livia e Lucrezia che hanno partecipato all’evento hanno commentato così: «La nostra presenza alla Conferenza è stata accolta con grande gioia. Ci siamo sentite parte di una famiglia ancora più ampia. È stata un’ulteriore occasione per comprendere il profondo valore della Soka Gakkai come organizzazione attiva in tanti ambiti diversi. Vedere nuovamente, con i nostri occhi, la partecipazione attiva della nostra organizzazione in attività a sostegno del valore della vita e dei diritti umani, ci ha reso ancor più fiere di essere membri della Soka Gakkai, rinnovando nel nostro cuore il forte desiderio di continuare a portare avanti queste attività non sono nell’ambito delle riunioni e dei rapporti che intessiamo con le persone presenti nella nostra vita, ma espandere ancora di più questo circolo virtuoso di legami umani, in diversi e molteplici contesti sociali».