La conferenza Ripensare la sicurezza per un mondo libero da armi nucleari, presentata dal giornalista Marco Carrara, si è aperta con il saluto del presidente di Senzatomica Daniele Santi che dopo aver ringraziato il Comune di Brescia ha comunicato la notizia della scomparsa del presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda in data 15 novembre 2023, figura fondamentale grazie al quale la campagna e la mostra Senzatomica hanno avuto inizio nel 2011. Daniele Santi ha ricordato quanto sia prezioso l’impegno per costruire una cultura di pace e di non violenza sulla scia delle parole di Ikeda sul disarmo nucleare, presenti nelle sue numerose Proposte di pace.
Diverse le autorità presenti, che hanno riportato i loro ringraziamenti e saluti. Tra loro il presidente del Consiglio comunale Roberto Rossini che ha sottolineato l’importanza del Festival della Pace di Brescia come strumento di educazione della cittadinanza alla pace e al rispetto umano e Ferruccio Rota, presidente del Consiglio comunale di Bergamo che ha richiamato l’attenzione sulla potenzialità dei singoli nel contribuire alla diffusione di una cultura di pace.
Successivamente Alice Ferrario, coordinatrice dell’ufficio Educazione ai diritti umani dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, ha letto la lettera scritta appositamente per l’evento dal sindaco di Hiroshima e presidente di Mayors For Peace, Kazumi Matsui, che ha sottolineato come all’interno della società civile ognuno, ricordando l’amore e il rispetto per l’intera umanità, ha il compito di condannare armi di distruzione di massa come le bombe nucleari.
Ha preso poi la parola Michela Pasi, vicepresidente di Senzatomica, con il suo report sul Summit dei giovani del G7 di Hiroshima. In tale occasione, tenutasi ad aprile di quest’anno, i delegati del Vertice dei giovani del G7 hanno presentato la loro dichiarazione congiunta e le richieste avanzate ai leader del G7 per il prossimo vertice, chiedendo a gran voce di ascoltare come esseri umani le esperienze di altri esseri umani che sono sopravvissuti alle bombe atomiche (hibakusha), che sono i veri esperti di armi nucleari.
Dopo questo momento di saluti istituzionali ha preso inizio la tavola rotonda alla quale hanno partecipato come esperti di disarmo nucleare Daniel Högsta, direttore di ICAN (Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace 2017), Enza Pellecchia, vicepresidente del Comitato Senzatomica, Prorettrice e docente dell’Università di Pisa e coordinatrice della Rete delle Università per la Pace – RUNI PACE e Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Italiana Pace e Disarmo.
Il giornalista e presentatore Marco Carrara ha posto una serie di domande ai presenti per avviare un dialogo di riflessione e uno scambio di opinioni: «Quanto sono pericolose le armi nucleari e perché è importante parlare di disarmo?», «Che tipo di sicurezza propone il TPNW, il Trattato per l’abolizione delle armi nucleari?».
Danile Högsta ha affermato: «In periodi di conflitto come quello che stiamo vivendo, è fondamentale parlare di disarmo, in quanto il rischio che si possano usare armi nucleari cresce esponenzialmente. Il TPNW è un’alternativa reale e concreta alla pericolosità delle armi nucleari, provvede a una sicurezza che pone al centro non la sicurezza degli Stati ma la sicurezza dell’essere umano».
Concentrandoci poi sullo scenario italiano, è stato chiesto a Francesco Vignarca quale sia la posizione dell’Italia in merito alle armi nucleari, il quale ha ricordato come l’Italia (cioè, il Governo italiano e i diplomatici che lo rappresentano), nonostante le ripetute richieste da parte della società civile, non abbia mai partecipato alle conferenze in cui gli Stati hanno dibattuto sui grandi temi del disarmo globale. Per questo motivo è nata la campagna “Italia Ripensaci”, con l’obiettivo di incontrare e sensibilizzare ministri e parlamentari ma soprattutto di risvegliare nei comuni e nelle città la necessità di rendersi cassa da risonanza per questa richiesta: che l’Italia si sieda almeno al tavolo di dialogo sul TPNW come osservatore.
È arrivato poi il turno della professoressa Enza Pellecchia alla quale è stato chiesto quanto personalmente ci riguardino le armi nucleari. «Abbiamo il diritto di vivere e abbiamo il diritto di scegliere e decidere. Abbiamo un profondo debito di gratitudine nei confronti degli hibakusha e di coloro che hanno mantenuto alto l’interesse nei confronti di questo tema. Per questi motivi le armi nucleari ci riguardano profondamente. Quello che possiamo fare concretamente è partire da quello che è stato già fatto da persone comuni che nella storia hanno contribuito a campagne di sensibilizzazione e successo. Il TPNW è un risultato e un successo del potere dei cittadini e delle persone comuni. Siamo persone con un grande potere e dobbiamo risvegliarci a questa consapevolezza. È questa la democrazia».
L’incontro si è concluso con Camilla Bianchi, presidente del Coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale che ha introdotto i rappresentanti degli enti locali del coordinamento bresciano, bergamasco e cremonese. L’obiettivo del coordinamento è sviluppare percorsi concreti di sensibilizzazione e di promozione di una cultura di pace e sostenere azioni e atti amministrativi di pressione politica coinvolgendo giunte e consigli comunali per chiedere ai livelli istituzionali più alti di impegnarsi con altrettanta energia per costruire un mondo o quanto meno un’Italia più giusta e umana.
Marco Carrara ha concluso l’incontro ringraziando e invitando tutti a visitare la prima nazionale di “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” che inaugura, in occasione del “Festival della Pace”, il 24 novembre 2023 alle 11:00 a Brescia, Capitale Italiana della cultura nel 2023 insieme a Bergamo. L’esposizione si svolgerà presso il Salone ex Cavallerizza, in via Fratelli Cairoli 9 a Brescia, fino al 14 gennaio 2024 e sarà aperta tutti i giorni dalle 9:30 – 17:30, con chiusura estesa alle 20:00 il venerdì e il sabato (ultimi ingressi un’ora prima della chiusura).
© Luca Secomandi