Ho iniziato a praticare nel 2001 per un problema di dipendenza affettiva: i miei rapporti di coppia erano il mio oggetto di culto, vivevo nell’illusione che nel fidanzamento avrei trovato la felicità, ma in realtà quella era la punta dell’iceberg di una profonda infelicità. Sono cresciuta con due genitori che litigavano in continuazione, con problemi di bulimia e grande disistima verso di me. Vivevo con lo sguardo rivolto a terra nella speranza di non essere vista e frequentavo, da anni fuori corso, la facoltà di Economia e commercio, una scelta voluta più da mio padre che da me, che invece avrei voluto lavorare nel sociale. Proprio a causa del rapporto conflittuale con mio padre sono andata via di casa a ventitré anni sbattendo la porta. Lavoravo nei bar per mantenermi. La mia vita era una gabbia e non avevo le chiavi per uscirne e prendere il volo. Quando mi parlarono della pratica buddista,…
Con il cuore libero di desiderare l’impossibile
Maida Caria, Torino
Il beneficio della pratica buddista ha permesso a Maida di affermare il suo valore come essere umano e come donna. Questa trasformazione ha fatto emergere il lei la forza e il coraggio per realizzare il suo sogno lavorativo, anche se le circostanze non la soddisfacevano, arrivando a ricoprire un ruolo di alto profilo nella sua azienda

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