«La famiglia – scrive Ikeda – dovrebbe essere il luogo in cui i figli provano un senso di appartenenza e possono essere se stessi» Molti bambini oggi affermano che non sentono di appartenere ad alcun luogo, che non esiste un posto dove si sentono completamente accettati. Forse è perché molte famiglie hanno adottato i criteri di valutazione delle scuole e del mondo del lavoro e considerano i figli in base al loro rendimento scolastico e ai risultati. Più i figli si sforzano di far piacere ai genitori, più questi si aspettano da loro: «È per il tuo futuro» o «ti chiedo così tanto perché ti voglio bene…». In questo modo i figli cadono nella disperazione perché non riescono a sentirsi mai all’altezza dell’amore e delle aspettative dei loro genitori. Questi sentimenti di inadeguatezza o persino di disprezzo di sé possono causare una grande sofferenza che è alla base della frustrazione…
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