Il beneficio più grande è aver sperimentato uno stato vitale altissimo anziché cadere nella disperazione, di aver sentito di avere “un io forte e indistruttibile” come il Buddismo ci incoraggia a costruire A tre anni ho perso mia madre che si era ammalata gravemente quando avevo un anno e mezzo. Mio padre si era poi risposato quando avevo sette anni, delegando completamente alla nuova moglie la responsabilità di crescere me e mia sorella maggiore. Quando trentenne, nel 1992, ho iniziato a praticare il Buddismo, il sentimento che aveva pervaso fino ad allora la mia vita era una profonda angoscia derivata dal senso di abbandono. Così la mancanza di sostegno e di affetto ha segnato pesantemente la mia vita: ho sofferto di anoressia e attacchi di panico, avevo un rapporto pessimo con mia sorella che mi riteneva responsabile delle sue sofferenze familiari, i rapporti sentimentali con gli uomini duravano pochissimo e…
Abbandonando la paura
Paola Benedetti, Lucca
Il beneficio più grande è aver sperimentato uno stato vitale altissimo anziché cadere nella disperazione, di aver sentito di avere “un io forte e indistruttibile” come il Buddismo ci incoraggia a costruire
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