Con la serie “Otto per mille storie”, pubblicata sul canale YouTube della Soka Gakkai italiana, si raccontano i progetti finanziati dai fondi 8x1000.
In questa puntata sono stati intervistati una giovane beneficiaria e Carlo Antuono, educatore e referente del progetto DOTi che ha l'obiettivo di combattere la povertà minorile, materiale ed educativa, sostenendo bambine e bambini e adolescenti a svolgere attività che altrimenti non avrebbero potuto intraprendere.
Di seguito un estratto della video intervista
DOTi come opportunità di autonomia e indipendenza - Le parole di Carlo Antuono, educatore e referente del progetto DOTi
Cosa sono e come funzionano le DOTi?
Sono un’opportunità per chi non ha accesso a determinate attività, attività che permettono alle persone di sviluppare una dote inespressa, un talento in un ambito di interesse. Il fattore economico spesso rappresenta un grosso limite e il progetto interviene sulla rimozione di tale limite in modo che le persone possano esprimersi in ciò che gli piace fare.
In che modo il progetto DOTi stimola l’empowerment di bambini e bambine e adolescenti?
Il progetto DOTi ha come obiettivo quello di far sì che le persone sviluppino capacità da tradurre poi nel quotidiano. In questo modo esse riescono a migliorare la loro relazione con la società, a partire anche dai legami che costruiscono con le altre persone nell’ambito delle attività svolte.
C’è un episodio significativo di questo progetto che vorrebbe condividere con noi?
Qualche tempo fa una società sportiva ha deciso di prendere in carico una nostra beneficiaria.
Inizialmente il progetto sosteneva direttamente la dote della giovane per lo svolgimento dell'attività, ma poi la società sportiva, vedendo la bellezza del progetto, ha deciso di prendere in carico la sua rata sportiva.
L’obiettivo principale è sempre quello di creare autonomia e indipendenza, dare ai ragazzi e alle ragazze gli strumenti per muoversi liberamente, ma abbiamo anche l'obiettivo di creare una rete territoriale.
Che messaggio vorrebbe dare ai giovani e alle giovani che si trovano in difficoltà e alle loro famiglie?
Vorrei condividere un messaggio di speranza, perché se è vero che nella vita capita di avere più sfortune di altri, possiamo trovare persone che ci aiutano a vedere il bello delle cose, a vedere una luce. Per quanto la nostra situazione sia nera, possiamo migliorarla, non siamo destinati a vivere sempre nella stessa condizione in cui siamo nati. Le DOTi servono a questo, a vedere che c’è la luce in fondo al tunnel e si può sempre migliorare la propria condizione.
Possiamo sempre migliorare la nostra condizione
- L'esperienza di Maha
Che cosa hai iniziato a fare grazie al progetto DOTi?
Ho iniziato a fare tessuto aereo, si tratta di una danza su un tessuto che è legato al soffitto e anche kickboxing. Mi piacciono molto entrambi, anche se kickboxing mi ha aiutato a sfogarmi. Avere i pomeriggi sempre pieni mi ha fatto bene e mi è servito anche conoscere altre persone. Da grande vorrei fare l’orefice, un mestiere che ho scoperto grazie al liceo artistico. Credo che in futuro continuerò a fare kickboxing, mi piace molto sia per allenare tutto il corpo sia perché mi aiuta a sfogarmi.
Qual è un bel ricordo legato a questa attività?
Quando facevo tessuti aerei un giorno è venuta anche mia mamma che è una persona tendenzialmente ansiosa. In quella palestra i tetti erano molto alti e io mi arrampicavo sempre quasi fino in cima. Proprio quel giorno però sono rimasta arrotolata in alto nel tessuto mentre mi allenavo e l’allenatore ogni tanto ancora mi prende in giro ricordando quella scena divertente.