Il Gruppo donne è composto da persone di diverse generazioni e attualmente, nella Soka Gakkai italiana, sono numerose le donne più giovani, fino ai cinquant’anni di età, che il presidente Ikeda definisce “generazione dei giovani gigli bianchi”, descrivendola con queste parole:
«Per le donne, la fascia d’età fino ai cinquant’anni – ovvero l’età della generazione dei giovani gigli bianchi – costituisce il periodo di massima fioritura per la propria vita. […] In tal senso, vorrei definire questa generazione dei giovani gigli bianchi, successiva a quella della giovinezza, come l’età della “creazione della primavera”» (pag. 6).
Durante la riunione di centro del 18 novembre 2019 a Tokyo, è stata lanciata un’attività specifica che coinvolge la generazione dei giovani gigli bianchi, con l’obiettivo di far crescere successore nel Gruppo donne mirando al 2030 per assicurarci, come scritto nel Sutra del Loto, «che la Legge duri a lungo nel tempo» (SDL, pag. 250).
Attualmente anche in Italia sta nascendo un’attività specifica per le donne di questa fascia d’età: ogni regione sta pensando come strutturarla individuando, laddove è possibile, delle referenti che collaborano in unità con le responsabili del Gruppo donne avendo chiaro il loro compito di sostenere e valorizzare le più giovani.
Infatti il maestro Ikeda scrive: «I calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore» (pag. 7).
Possiamo considerare questa attività come un allenamento, in questi dieci anni che ci separano dal 2030, volto a far crescere le nuove generazioni all’interno del Gruppo donne.
In alcune regioni questa attività è già partita, in altre sta per partire, a seconda delle possibilità e delle esigenze locali.
Significato dell’attività dei giovani gigli bianchi
Il senso di questa attività è valorizzare il ruolo così importante delle donne giovani, le nostre successore di kosen-rufu, creando occasioni gioiose e creative per approfondire la relazione con il maestro e crescere insieme. A questo scopo si stanno organizzando piccoli gruppi di dieci-dodici persone che si incontrano una volta al mese (per il momento online) per studiare insieme il volume 30 de La nuova rivoluzione umana, che racchiude l’eredità che il maestro Ikeda sta lasciando ai suoi discepoli.
Non si tratta di uno studio teorico o dottrinale, ma di uno studio “attivo” che si nutre dello scambio e della condivisione delle rispettive esperienze di rivoluzione umana, coltivando le relazioni personali e gli incoraggiamenti cuore a cuore.
Obiettivi
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Bouquet di felicità
Pubblichiamo la prefazione del presidente Ikeda a una raccolta di guide per le donne, in cui parla anche della generazione dei “giovani gigli bianchi” che «mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità nelle loro vite così come nella società»
Il viaggio per propagare
la Legge mistica
è lungo;
incoraggiamoci a vicenda
e avanziamo insieme
(NRU, 25, 34)
Il 3 maggio 1960, in una giornata limpida e soleggiata, assunsi la guida del movimento di kosen-rufu mondiale come terzo presidente della Soka Gakkai, con la voce del mio maestro che risuonava nel mio cuore.
Quella sera alcuni membri del Kansai, colmi di una gioia irrefrenabile, vennero a trovarmi nella mia piccola abitazione nel quartiere di Ota, a Tokyo, e rimasero stupiti dall’atmosfera, che non era per nulla cambiata. In particolare, una compagna di fede del Gruppo donne fu molto colpita dal fatto che mia moglie Kaneko non avesse preparato il tradizionale sekihan (riso con fagioli rossi servito nelle occasioni di festa, n.d.t.) per celebrare l’evento, consapevole che da quel giorno avrei dedicato interamente la mia vita all’ampia propagazione della Legge mistica. Questa donna determinò con forza che avrebbe intrapreso il viaggio per realizzare kosen-rufu nella sua terra con lo spirito del Kansai “sempre vittorioso”, che non si lascia mai sconfiggere, rimanendo sempre al mio fianco.
Sia lei che mia moglie, così come coloro che all’epoca erano responsabili del Gruppo donne, avevano la stessa età delle compagne di fede che attualmente fanno parte della “generazione dei giovani gigli bianchi” (che comprende le donne fino ai ciquant’anni, n.d.r.).
Senza alcun dubbio, il 3 maggio di sessant’anni fa queste donne giovani, Bodhisattva della Terra, si sono alzate con una fede pervasa dal voto di kosen-rufu insieme a un altrettanto giovane presidente, dando inizio a un nuovo progresso della famiglia Soka.
Anche Nichigen-nyo (moglie di Shijo Kingo), che sotto la guida di Nichiren Daishonin dimostrò con la sua stessa vita il potere della fede che permette di «diventare più giovane e accumulare fortuna» (cfr. L’unità di marito e moglie, RSND, 1, 410), aveva circa trentatré anni. In altre parole, apparteneva alla generazione dei “giovani gigli bianchi”. Il Daishonin le scrisse: «Il sole si apre un varco nella più nera oscurità» (Le divinità Stessa Nascita e Stesso Nome, RSND, 1, 279).
Una donna giovane che abbraccia e sostiene il Buddismo del sole manifesta la stessa condizione vitale del sole che sorge.
Attualmente mia moglie e io, insieme a tutti i membri del gruppo Molti Tesori che hanno lottato con me fin dal periodo pionieristico della Gakkai, vegliamo ogni giorno con immensa gioia sulla rete solidale delle compagne di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi” del Giappone e del mondo intero che, mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità, nelle loro vite personali così come nella società intera, diffondendo la grande e fresca luce della propria rivoluzione umana, che equivale a kosen-rufu.
In occasione della pubblicazione del terzo volume della raccolta di guide dal titolo Bouquet di felicità, vorrei leggere insieme a voi, con spirito rinnovato, questo brano del Gosho: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477).
Si tratta di una lettera indirizzata alla monaca laica Myoichi, una coraggiosa discepola del Daishonin. Il suo amato marito, che aveva difeso fino alla fine l’insegnamento corretto di maestro e discepolo sopportando innumerevoli sofferenze, era venuto a mancare prima che a Nichiren Daishonin venisse condonata la pena dell’esilio a Sado.
Myoichi, le cui condizioni fisiche non erano affatto buone, si era ritrovata a crescere da sola due figli piccoli e malati; nonostante tutto portò avanti fino in fondo una fede salda e risoluta.
«L’inverno si trasforma sempre in primavera»: attualmente queste parole del Daishonin, oltre a tracciare il grande cammino della fede delle madri Soka unite al maestro da un legame di non dualità, trasmettono una radiosa speranza ai preziosi amici di tutto il mondo.
Per le donne, la fascia d’età fino ai cinquant’anni – ovvero l’età della generazione dei “giovani gigli bianchi” – costituisce il periodo di massima fioritura per la propria vita. Allo stesso tempo è una fase caratterizzata da una serie di rapidi e continui cambiamenti.
Tuttavia le nostre donne Soka, per quanti inverni di sofferenze e avversità possano abbattersi su di loro, riescono a creare e diffondere ampiamente una primavera di felicità, continuando a recitare Daimoku per sé e per gli altri.
In tal senso, vorrei definire questa generazione dei “giovani gigli bianchi”, successiva a quella della giovinezza, come l’età della “creazione della primavera”.
Anche importanti personalità di tutto il mondo apprezzano e stimano enormemente le nostre compagne di fede del Gruppo donne. Tra queste vi è Sarah Wider, ex presidentessa della Società Ralph Waldo Emerson, con la quale ho pubblicato una raccolta di dialoghi (L’arte dell’abbraccio, Piemme).
Ricordo che la prima volta che la incontrai, presso l’Università Soka, indossava un abito blu che era appartenuto a sua madre. Mia moglie e io fummo profondamente colpiti dal suo meraviglioso cuore, in cui era sempre vivo il ricordo della madre.
Da giovane la madre di Sarah Wider, sostenitrice del pensiero del filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson (1803-1882) che affermava l’importanza della fiducia in se stessi, scrisse su un quaderno: «Gli esseri umani devono conoscere il proprio valore ed essere indipendenti». E ancora: «Non bisogna mai imitare gli altri, né imprigionare la propria vita in stereotipi e convenzioni».
In un’epoca in cui la maggior parte delle donne erano costrette a condurre una vita fatta di regole prestabilite, convenzioni e formalità, sua madre – grazie a questa salda convinzione – realizzò il sogno di diventare un’infermiera, e potè così sostenere da vicino le persone che soffrivano a causa della malattia.
Sarah Wider, che ha ereditato il nobile spirito di sua madre, ripone la più profonda fiducia nella rete solidale Soka in cui ognuno può esprimere il proprio potenziale unico, in accordo con il principio buddista del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).
Viviamo in un’epoca in cui gli stili di vita si stanno diversificando sempre più: non vi è un unico modo di lavorare, di stare in famiglia, di educare i figli o di prendersi cura degli anziani. Di conseguenza non esiste – né tantomeno è necessario – un unico modo, un’unica risposta valida per tutti che indichi esattamente cosa si debba o non si debba fare.
Proprio per questo le persone stanno ricercando un modo di vivere in armonia con coloro con cui hanno un legame, «illuminando e mostrando la vera natura [di tutti i fenomeni]» (cfr. RSND, 1, 662), ovvero manifestando e facendo risplendere al massimo la propria vita, così com’è, in accordo con la Legge mistica, la Legge fondamentale dell’universo.
Ciascuna compagna di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi”, rimanendo sempre fedele a se stessa, sta continuando a creare valore con allegria, vitalità, orgoglio, fiducia in se stessa e senso di unità.
Sono fermamente convinto che questa loro danza della “creazione della primavera” aprirà il sipario di un nuovo secolo delle donne.
I calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore. Nel Gosho si legge: «Il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dall’albero» (Gosho di Capodanno, RSND, 1, 1008).
Qualsiasi albero, a prescindere da quanto belli e graziosi possano essere i suoi fiori, se lo si osserva da vicino ha un aspetto alquanto rozzo, con il tronco e i rami irregolari, ruvidi e spigolosi. Sulla corteccia si possono notare anche graffi, tagli e danni causati dalle intemperie. Eppure, continua a sopportare l’inverno e aspetta la primavera, quando farà sbocciare a pieno i suoi fiori.
Lo stesso vale per le persone. È semplice evidenziare i punti deboli e i difetti degli altri. Ma è solo scoprendo e mettendo in risalto le loro qualità e i punti di forza, aiutandoli a migliorare sempre più, incoraggiandoli con lungimiranza e continuando a vegliare sulla loro crescita, che sarà possibile far sbocciare un gioioso giardino di “fiori umani”, in cui ognuno risplenda delle proprie caratteristiche uniche, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).
Dieci anni ci separano dal 2030. Questo è un periodo cruciale sia per la famiglia globale Soka, che mira al centesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai (il 18 novembre 2030), sia per la comunità internazionale che punta a realizzare entro il 2030 gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il principio centrale degli obiettivi di sviluppo sostenibile è quello di “non lasciare nessuno indietro”.
Nel Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera, Nichiren Daishonin cita il seguente passo del Sutra del Loto: «Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità» (SDL, 85).
Senza lasciare indietro nessuno, continuiamo ad avanzare con sempre più gioia, armonia e vitalità, dedicandoci a realizzare kosen-rufu – che conduce tutti, nessuno escluso, al conseguimento della Buddità, ovvero alla felicità eterna – e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”!
Il nostro grande castello Soka esiste grazie alla presenza del nostro inestimabile Gruppo donne.
Sono assolutamente convinto che, finché ci sarà la rete solidale delle donne Soka unite nello spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), la Soka Gakkai continuerà a vincere e a risplendere per diecimila anni e più, per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge.
Mia moglie e io desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine nei confronti di ciascuna di voi, donne radiose come il sole che trasmettete alle future generazioni la grandezza della Legge mistica e abbracciate la profonda missione di «assicurarvi che la Legge duri a lungo nel tempo» (cfr. SDL, 250).
Continuiamo a pregare con tutte le nostre forze affinché siate sempre più in buona salute, godiate di una lunga vita e siate felici!
Gigli bianchi
che create una primavera
di pace e felicità,
superate l’inverno e
insieme sbocciate!
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IN PRIMO PIANO - INTERVISTA
Giulia Cesaroni, Tamiko Kaneda e Giada Garavaglia approfondiscono vari aspetti dell’attività dei “giovani gigli bianchi” che sta prendendo il via in diverse regioni
In cosa consiste l’attività della “generazione dei giovani gigli bianchi”? Qual è l’obiettivo e quale la sua missione specifica all’interno del Gruppo donne?
Giada: Fanno parte della generazione dei giovani gigli bianchi tutte le donne fino ai cinquant’anni di età che tra dieci anni, nel centenario della fondazione della Soka Gakkai, saranno in prima linea nel movimento di kosen-rufu.
L’obiettivo fondamentale di questa attività è far crescere successore all’interno del Gruppo donne, mirando al 2030. Per questo è importante che ognuna possa approfondire il legame con il maestro, con la determinazione di creare un’ondata di persone capaci in grado di trasmettere alle generazioni future l’essenza dell’umanesimo buddista.
In particolare, l’attività che stiamo organizzando consiste nell’incontro in piccoli gruppi di massimo dieci/dodici persone per studiare e approfondire insieme il volume 30 de La nuova rivoluzione umana. Uno studio “attivo” in cui ognuna può dare il suo contributo condividendo le proprie esperienze alla luce degli incoraggiamenti di Sensei.
Giulia: Con questa attività vogliamo creare uno spazio di scambio e condivisione tra coetanee, in modo che le generazioni delle donne più giovani sviluppino un legame fortissimo con il presidente Ikeda e utilizzino lo studio del volume 30 de La nuova rivoluzione umana per metterlo in pratica nella vita quotidiana. In realtà è ciò che dovremmo fare tutte, ma qui il punto centrale è la condivisione all’interno della stessa generazione.
Sicuramente l’eterogeneità è una grande ricchezza della Soka Gakkai, ma questo aspetto del confronto tra coetanee è un valore aggiunto, come avviene anche per le giovani mamme. Allo stesso modo le donne giovani che non fanno attività giovani mamme possono avere un loro spazio per crescere insieme mettendo al centro la relazione con il maestro.
Tamiko: Sensei spiega che la fascia di età fino ai cinquant’anni costituisce per le donne il periodo di massima fioritura, in tutti gli aspetti della vita (vedi pag. 6).
Allo stesso tempo è anche una fase molto delicata di continui e rapidi cambiamenti. Per questo Sensei afferma che in mezzo a tante difficoltà è importante, grazie al Daimoku per sé e per gli altri, riuscire a diffondere una “primavera di felicità”.
La missione dei giovani gigli bianchi è creare questa primavera di felicità nelle nostre vite.
Afferma inoltre che è fondamentale che il Gruppo donne sviluppi la capacità di “non lasciare nessuna indietro”, rispettando le caratteristiche peculiari di ogni generazione.
Quindi anche per noi responsabili è fondamentale sviluppare, attraverso il Daimoku, la capacità di incoraggiare e sostenere tutte le generazioni che fanno parte del Gruppo donne, ogni fascia d’età, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico”.
Attraverso la nostra pratica buddista possiamo sviluppare ognuna le proprie caratteristiche e continuare a migliorarci.
Credo che il volume 30 de La nuova rivoluzione umana raccolga l’essenza di ciò che Sensei vuole lasciare a noi discepoli, la sua eredità. Ogni volta che lo rileggo scopro delle guide su cui non mi ero soffermata e questo mi sprona a metterle subito in pratica per inciderle nella mia vita.
Come si colloca questa nuova attività nel Gruppo donne?
Tamiko: Sono convinta che l’attività dei giovani gigli bianchi porterà una ventata di energia fresca nel Gruppo donne, com’è avvenuto con le giovani mamme. D’altra parte il compito delle donne più grandi è fondamentale per trasmettere la loro esperienza di fede e di vita alle più giovani, perché hanno un bagaglio davvero prezioso e possono incoraggiarle basandosi su una forte convinzione maturata con l’esperienza.
Personalmente, quando sono passata al Gruppo donne la cosa che mi ha più impressionata è stata la forza del loro Daimoku, il fatto che tutto si basa sulla preghiera, tutto parte dal Daimoku, questo mi ha molto colpita.
Giada: Sensei ci chiede sempre di pregare per la crescita delle nuove generazioni e di trasmettere loro tutto quanto necessario per portare avanti il movimento di kosen-rufu, e sottolinea che i tempi cambiano e quindi non dobbiamo pensare di far crescere i successori nello stesso modo in cui siamo cresciute noi.
Questo significa incoraggiare le giovani generazioni affinché emerga il loro talento e avanzare insieme a loro nella direzione indicata dal maestro.
In questo momento, nella Soka Gakkai italiana, le donne fino ai cinquant’anni di età sono più di un terzo del Gruppo donne.
Tra di loro ci sono anche tante ex giovani donne che per vari motivi sono rimaste ai margini e si sentono poco valorizzate. L’attività dei giovani gigli bianchi mira a coinvolgerle creando una rete di legami e di sostegno reciproco. Se tutte queste donne giovani si rivitalizzano, va a beneficio di tutte le fasce d’età!
In questa fase iniziale state incontrando qualche difficoltà?
Tamiko: è naturale incontrare qualche resistenza poiché è la prima volta che cerchiamo di dare vita a questo movimento all’interno del Gruppo donne. Di fronte alle novità è normale che ci sia la reazione di frenare. D’altra parte queste difficoltà ci stimolano a sviluppare ulteriori capacità di confronto, di dialogo, e sono certa che alla fine tutte noi riusciremo a comprendere il senso profondo di quest’attività.
Nella Prefazione alla raccolta di guide per le donne, Sensei racconta che sua moglie Kaneko è stata una delle pioniere di questo gruppo (vedi pag. 5) e questo mi dà molta fiducia, è una grande fortuna per noi avere la possibilità di vivere un’esperienza simile!
Giulia: Le resistenze emergono quando prevale il sentimento di esclusione, ma il nostro scopo è far sì che tutte le donne possano sentirsi a proprio agio. Tante donne giovani hanno più facilità a creare legami tra loro, è naturale.
A volte le giovani donne passando al Gruppo donne sentono la mancanza di quella condivisione tra coetanee che c’era nei giovani. Per questo vogliamo creare una rete in grado di accoglierle tutte, di includere e coinvolgere sempre più persone.
Allo stesso tempo è importante comprendere che – come scrive Sensei – «i calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore» (vedi pag. 7).
Quello della “generazione dei giovani gigli bianchi” è un momento della vita ricco di impegni in famiglia, nel lavoro…
Come conciliare tutti questi aspetti con l’attività buddista?
Tamiko: è una domanda che ci poniamo un po’ tutte, periodicamente, perché gli impegni aumentano e ci saranno sempre, ma noi attraverso il Daimoku abbiamo la capacità di tirare fuori tutto il nostro potenziale.
L’attività buddista è una palestra, un’occasione preziosa per allenarci dal punto di vista della fede ed è fondamentale continuare a portare avanti questo allenamento. L’unico modo è partire sempre dalla preghiera: così possiamo attingere alla saggezza, al coraggio, alla lungimiranza del Budda e riusciamo a conciliare tutti gli aspetti della vita personale con l’attività buddista, giorno dopo giorno.
Giulia: Noi pratichiamo per vivere meglio, per essere felici e la fede ci serve proprio per affrontare tutte le sfide della vita. Il Buddismo non è diverso dalla vita quotidiana, quindi è fondamentale non separare mai la vita dall’attività.
Giada: Recitando Daimoku è importante far emergere la saggezza necessaria per comprendere quali siano le priorità, senza farsi prendere dall’ansia da prestazione. Se si ha ben chiara la propria missione come Bodhisattva della Terra, si riesce a conciliare tutto in modo naturale. Personalmente, è proprio nel Gruppo donne che ho imparato a dare la giusta priorità alle cose, a stabilire attraverso il Daimoku quando è più importante essere presente in famiglia e quando a una riunione. Il punto è: in quel momento dove sta la vera sfida per la mia rivoluzione umana?
Che significato ha, secondo voi, il fatto che l’attività dei giovani gigli bianchi nasca proprio ora, all’inizio di questo decennio che porta al 2030?
Tamiko: Secondo me è un’occasione che il nostro maestro ha creato per allenarci nella fase conclusiva della sua vita.
Noi abbiamo la fortuna di essere la generazione che sta sperimentando cosa significa essere discepole quando ancora il maestro è in vita.
Penso che Sensei ci stia preparando in modo che ognuna di noi abbia la forza di avanzare con lo sguardo rivolto sempre al futuro.
Come nell’esempio dell’ago e del filo, è quando l’ago non ci sarà più che i discepoli verranno messi veramente alla prova.
Io sto vivendo quest’attività dei giovani gigli bianchi con lo spirito di farmi allenare da Sensei fino all’ultimo, in modo da poter portare avanti per sempre la mia missione.
Giada: Ora è fondamentale consolidare ancora di più la nostra relazione con il maestro per poterla trasmettere correttamente alle prossime generazioni avendone fatto un’esperienza personale. Io sento che studiando La nuova rivoluzione umana il mio legame con Sensei si è molto rafforzato. La relazione con il maestro è qualcosa che trascende lo spazio e il tempo e ci permette di vivere una vita di felicità assoluta. Sta a noi fare in modo che le nuove generazioni possano avere la stessa consapevolezza.
Come protagoniste della generazione dei giovani gigli bianchi, quali sono le vostre aspettative e i vostri obiettivi?
Giulia: Le mie aspettative sono di fare un grande passo avanti nella mia vita e nella mia fede grazie a questa attività. Ho sempre avuto nel cuore il desiderio di studiare per mettere in pratica e anche nei momenti più difficili mi sono sempre attaccata anche a una sola frase, pensando semplicemente “farò così!”.
Desidero profondamente che ogni donna possa fare una grande rivoluzione umana grazie alla relazione con il maestro e possa dare un contributo alla società e aprire la sua vita in modo da poter accogliere sempre più persone.
Giada: Oggi che in tutte le regioni stanno partendo questi gruppi, ritrovo tante ex giovani donne con cui ho fatto attività in passato, è come non esserci mai lasciate, siamo tutte unite.
Nel corso degli anni ci imbattiamo nelle tempeste del karma, per questo Sensei afferma che è fondamentale attraverso la fede forgiare un cuore saldo, «un cuore che non si lascia mai sconfiggere, capace di sormontare qualsiasi difficoltà». E sottolinea: «L’appagamento e la piena felicità sono determinati da quanto forte e saldo rendiamo il nostro cuore» (NRU, vol. 30, cap. 4, p.ta 41).
Come immaginate il Gruppo donne nel 2030?
Tamiko: Io immagino un Gruppo donne meraviglioso, ricco di diversità. Sono felicissima di far parte dei giovani gigli bianchi e sapere che la signora Kaneko è stata una delle prime a farne parte mi rende felice e orgogliosa.
D’altra parte sento una grande responsabilità perché è facile dare vita a qualcosa di nuovo, ma poi ci vuole tanto impegno perché questo spirito venga trasmesso alle generazioni future. Quindi il mio obiettivo è che questo allenamento si manifesti nella vita di ognuna di noi attraverso una profonda rivoluzione umana.
La vita è in continua evoluzione e anche la nostra organizzazione, poiché è viva, sarà sempre in continuo mutamento.
Perciò è importante mantenere lo spirito di ricerca e non fermarci a dire “accetto/non accetto il cambiamento”, ma invece pensare “bene, mi trovo di fronte a una nuova sfida e con il Daimoku voglio cogliere questa occasione per crescere e migliorare”.
Paragonando anche me stessa alle generazioni più giovani, per esempio a mia nipote che ha quindici anni, ho notato che non ho la sua stessa disponibilità al cambiamento, mentre lei non vede l’ora, quindi è importante per tutti noi continuare a nutrire sempre un grande spirito di ricerca.
Giulia: Il Gruppo donne nel 2030 lo immagino vivace, allegro e pieno di iniziative. Sensei ci incoraggia a risplendere come il sole ovunque siamo, quindi la mia aspettativa è che ognuna di noi riesca a illuminare sempre di più il suo mondo come un sole splendente, i familiari, gli amici, i colleghi e i vicini di casa. Il mio desiderio è che tutte le donne diventino maestre di felicità, il che non significa non avere problemi, ma saper vivere con lo spirito “Io sono la Soka Gakkai, guardate cosa realizzo!”.
Il presidente Ikeda ci insegna che è importante tenere il passo con i cambiamenti della società. Ne La nuova rivoluzione umana scrive: «I tempi stanno cambiando rapidamente. L’essenza fondamentale della nostra fede non cambierà mai, ma il nostro comportamento, così come lo stile dell’organizzazione, devono adeguarsi.
La Soka Gakkai è sempre stata al passo con i tempi grazie ai giovani; utilizzando la loro energia è stata in grado di prendere l’iniziativa e di mantenere lo slancio per progredire.
I Gruppi uomini e donne a volte possono rimanere attaccati al modo in cui hanno fatto attività in passato e non ricercano modalità diverse. Ma è così che si resta indietro. Dobbiamo tenere il passo con i cambiamenti della società e conoscere i nuovi modi di pensare dei giovani» (NRU, 24, 168).
Sensei pensa sempre al futuro e credo che qui il termine “giovani” non si riferisca soltanto al Gruppo giovani, ma alle nuove generazioni, ai successori.
«Per le donne, la fascia d’età fino ai cinquant’anni – ovvero l’età della generazione dei giovani gigli bianchi – costituisce il periodo di massima fioritura per la propria vita. […] In tal senso, vorrei definire questa generazione dei giovani gigli bianchi, successiva a quella della giovinezza, come l’età della “creazione della primavera”» (pag. 6).
Durante la riunione di centro del 18 novembre 2019 a Tokyo, è stata lanciata un’attività specifica che coinvolge la generazione dei giovani gigli bianchi, con l’obiettivo di far crescere successore nel Gruppo donne mirando al 2030 per assicurarci, come scritto nel Sutra del Loto, «che la Legge duri a lungo nel tempo» (SDL, pag. 250).
Attualmente anche in Italia sta nascendo un’attività specifica per le donne di questa fascia d’età: ogni regione sta pensando come strutturarla individuando, laddove è possibile, delle referenti che collaborano in unità con le responsabili del Gruppo donne avendo chiaro il loro compito di sostenere e valorizzare le più giovani.
Infatti il maestro Ikeda scrive: «I calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore» (pag. 7).
Possiamo considerare questa attività come un allenamento, in questi dieci anni che ci separano dal 2030, volto a far crescere le nuove generazioni all’interno del Gruppo donne.
In alcune regioni questa attività è già partita, in altre sta per partire, a seconda delle possibilità e delle esigenze locali.
Significato dell’attività dei giovani gigli bianchi
Il senso di questa attività è valorizzare il ruolo così importante delle donne giovani, le nostre successore di kosen-rufu, creando occasioni gioiose e creative per approfondire la relazione con il maestro e crescere insieme. A questo scopo si stanno organizzando piccoli gruppi di dieci-dodici persone che si incontrano una volta al mese (per il momento online) per studiare insieme il volume 30 de La nuova rivoluzione umana, che racchiude l’eredità che il maestro Ikeda sta lasciando ai suoi discepoli.
Non si tratta di uno studio teorico o dottrinale, ma di uno studio “attivo” che si nutre dello scambio e della condivisione delle rispettive esperienze di rivoluzione umana, coltivando le relazioni personali e gli incoraggiamenti cuore a cuore.
Obiettivi
- Puntando al 2030, far crescere successore nel Gruppo donne, sostenendo e valorizzando le nuove generazioni di donne giovani, fino ai cinquant’anni.
- Creare una rete di donne giovani che si incoraggiano e si sostengono una con l’altra, mantenendo al centro della propria vita il Gohonzon e il legame con il maestro.
- Continuare ad approfondire la fede, il legame di maestro e discepolo e lo spirito della Soka Gakkai attraverso lo studio de La nuova rivoluzione umana, sostenendosi tra compagne di fede della stessa generazione.
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Bouquet di felicità
Pubblichiamo la prefazione del presidente Ikeda a una raccolta di guide per le donne, in cui parla anche della generazione dei “giovani gigli bianchi” che «mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità nelle loro vite così come nella società»
Il viaggio per propagare
la Legge mistica
è lungo;
incoraggiamoci a vicenda
e avanziamo insieme
(NRU, 25, 34)
Il 3 maggio 1960, in una giornata limpida e soleggiata, assunsi la guida del movimento di kosen-rufu mondiale come terzo presidente della Soka Gakkai, con la voce del mio maestro che risuonava nel mio cuore.
Quella sera alcuni membri del Kansai, colmi di una gioia irrefrenabile, vennero a trovarmi nella mia piccola abitazione nel quartiere di Ota, a Tokyo, e rimasero stupiti dall’atmosfera, che non era per nulla cambiata. In particolare, una compagna di fede del Gruppo donne fu molto colpita dal fatto che mia moglie Kaneko non avesse preparato il tradizionale sekihan (riso con fagioli rossi servito nelle occasioni di festa, n.d.t.) per celebrare l’evento, consapevole che da quel giorno avrei dedicato interamente la mia vita all’ampia propagazione della Legge mistica. Questa donna determinò con forza che avrebbe intrapreso il viaggio per realizzare kosen-rufu nella sua terra con lo spirito del Kansai “sempre vittorioso”, che non si lascia mai sconfiggere, rimanendo sempre al mio fianco.
Sia lei che mia moglie, così come coloro che all’epoca erano responsabili del Gruppo donne, avevano la stessa età delle compagne di fede che attualmente fanno parte della “generazione dei giovani gigli bianchi” (che comprende le donne fino ai ciquant’anni, n.d.r.).
Senza alcun dubbio, il 3 maggio di sessant’anni fa queste donne giovani, Bodhisattva della Terra, si sono alzate con una fede pervasa dal voto di kosen-rufu insieme a un altrettanto giovane presidente, dando inizio a un nuovo progresso della famiglia Soka.
Anche Nichigen-nyo (moglie di Shijo Kingo), che sotto la guida di Nichiren Daishonin dimostrò con la sua stessa vita il potere della fede che permette di «diventare più giovane e accumulare fortuna» (cfr. L’unità di marito e moglie, RSND, 1, 410), aveva circa trentatré anni. In altre parole, apparteneva alla generazione dei “giovani gigli bianchi”. Il Daishonin le scrisse: «Il sole si apre un varco nella più nera oscurità» (Le divinità Stessa Nascita e Stesso Nome, RSND, 1, 279).
Una donna giovane che abbraccia e sostiene il Buddismo del sole manifesta la stessa condizione vitale del sole che sorge.
Attualmente mia moglie e io, insieme a tutti i membri del gruppo Molti Tesori che hanno lottato con me fin dal periodo pionieristico della Gakkai, vegliamo ogni giorno con immensa gioia sulla rete solidale delle compagne di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi” del Giappone e del mondo intero che, mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità, nelle loro vite personali così come nella società intera, diffondendo la grande e fresca luce della propria rivoluzione umana, che equivale a kosen-rufu.
In occasione della pubblicazione del terzo volume della raccolta di guide dal titolo Bouquet di felicità, vorrei leggere insieme a voi, con spirito rinnovato, questo brano del Gosho: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477).
Si tratta di una lettera indirizzata alla monaca laica Myoichi, una coraggiosa discepola del Daishonin. Il suo amato marito, che aveva difeso fino alla fine l’insegnamento corretto di maestro e discepolo sopportando innumerevoli sofferenze, era venuto a mancare prima che a Nichiren Daishonin venisse condonata la pena dell’esilio a Sado.
Myoichi, le cui condizioni fisiche non erano affatto buone, si era ritrovata a crescere da sola due figli piccoli e malati; nonostante tutto portò avanti fino in fondo una fede salda e risoluta.
«L’inverno si trasforma sempre in primavera»: attualmente queste parole del Daishonin, oltre a tracciare il grande cammino della fede delle madri Soka unite al maestro da un legame di non dualità, trasmettono una radiosa speranza ai preziosi amici di tutto il mondo.
Per le donne, la fascia d’età fino ai cinquant’anni – ovvero l’età della generazione dei “giovani gigli bianchi” – costituisce il periodo di massima fioritura per la propria vita. Allo stesso tempo è una fase caratterizzata da una serie di rapidi e continui cambiamenti.
Tuttavia le nostre donne Soka, per quanti inverni di sofferenze e avversità possano abbattersi su di loro, riescono a creare e diffondere ampiamente una primavera di felicità, continuando a recitare Daimoku per sé e per gli altri.
In tal senso, vorrei definire questa generazione dei “giovani gigli bianchi”, successiva a quella della giovinezza, come l’età della “creazione della primavera”.
Anche importanti personalità di tutto il mondo apprezzano e stimano enormemente le nostre compagne di fede del Gruppo donne. Tra queste vi è Sarah Wider, ex presidentessa della Società Ralph Waldo Emerson, con la quale ho pubblicato una raccolta di dialoghi (L’arte dell’abbraccio, Piemme).
Ricordo che la prima volta che la incontrai, presso l’Università Soka, indossava un abito blu che era appartenuto a sua madre. Mia moglie e io fummo profondamente colpiti dal suo meraviglioso cuore, in cui era sempre vivo il ricordo della madre.
Da giovane la madre di Sarah Wider, sostenitrice del pensiero del filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson (1803-1882) che affermava l’importanza della fiducia in se stessi, scrisse su un quaderno: «Gli esseri umani devono conoscere il proprio valore ed essere indipendenti». E ancora: «Non bisogna mai imitare gli altri, né imprigionare la propria vita in stereotipi e convenzioni».
In un’epoca in cui la maggior parte delle donne erano costrette a condurre una vita fatta di regole prestabilite, convenzioni e formalità, sua madre – grazie a questa salda convinzione – realizzò il sogno di diventare un’infermiera, e potè così sostenere da vicino le persone che soffrivano a causa della malattia.
Sarah Wider, che ha ereditato il nobile spirito di sua madre, ripone la più profonda fiducia nella rete solidale Soka in cui ognuno può esprimere il proprio potenziale unico, in accordo con il principio buddista del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).
Viviamo in un’epoca in cui gli stili di vita si stanno diversificando sempre più: non vi è un unico modo di lavorare, di stare in famiglia, di educare i figli o di prendersi cura degli anziani. Di conseguenza non esiste – né tantomeno è necessario – un unico modo, un’unica risposta valida per tutti che indichi esattamente cosa si debba o non si debba fare.
Proprio per questo le persone stanno ricercando un modo di vivere in armonia con coloro con cui hanno un legame, «illuminando e mostrando la vera natura [di tutti i fenomeni]» (cfr. RSND, 1, 662), ovvero manifestando e facendo risplendere al massimo la propria vita, così com’è, in accordo con la Legge mistica, la Legge fondamentale dell’universo.
Ciascuna compagna di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi”, rimanendo sempre fedele a se stessa, sta continuando a creare valore con allegria, vitalità, orgoglio, fiducia in se stessa e senso di unità.
Sono fermamente convinto che questa loro danza della “creazione della primavera” aprirà il sipario di un nuovo secolo delle donne.
I calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore. Nel Gosho si legge: «Il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dall’albero» (Gosho di Capodanno, RSND, 1, 1008).
Qualsiasi albero, a prescindere da quanto belli e graziosi possano essere i suoi fiori, se lo si osserva da vicino ha un aspetto alquanto rozzo, con il tronco e i rami irregolari, ruvidi e spigolosi. Sulla corteccia si possono notare anche graffi, tagli e danni causati dalle intemperie. Eppure, continua a sopportare l’inverno e aspetta la primavera, quando farà sbocciare a pieno i suoi fiori.
Lo stesso vale per le persone. È semplice evidenziare i punti deboli e i difetti degli altri. Ma è solo scoprendo e mettendo in risalto le loro qualità e i punti di forza, aiutandoli a migliorare sempre più, incoraggiandoli con lungimiranza e continuando a vegliare sulla loro crescita, che sarà possibile far sbocciare un gioioso giardino di “fiori umani”, in cui ognuno risplenda delle proprie caratteristiche uniche, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).
Dieci anni ci separano dal 2030. Questo è un periodo cruciale sia per la famiglia globale Soka, che mira al centesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai (il 18 novembre 2030), sia per la comunità internazionale che punta a realizzare entro il 2030 gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il principio centrale degli obiettivi di sviluppo sostenibile è quello di “non lasciare nessuno indietro”.
Nel Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera, Nichiren Daishonin cita il seguente passo del Sutra del Loto: «Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità» (SDL, 85).
Senza lasciare indietro nessuno, continuiamo ad avanzare con sempre più gioia, armonia e vitalità, dedicandoci a realizzare kosen-rufu – che conduce tutti, nessuno escluso, al conseguimento della Buddità, ovvero alla felicità eterna – e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”!
Il nostro grande castello Soka esiste grazie alla presenza del nostro inestimabile Gruppo donne.
Sono assolutamente convinto che, finché ci sarà la rete solidale delle donne Soka unite nello spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), la Soka Gakkai continuerà a vincere e a risplendere per diecimila anni e più, per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge.
Mia moglie e io desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine nei confronti di ciascuna di voi, donne radiose come il sole che trasmettete alle future generazioni la grandezza della Legge mistica e abbracciate la profonda missione di «assicurarvi che la Legge duri a lungo nel tempo» (cfr. SDL, 250).
Continuiamo a pregare con tutte le nostre forze affinché siate sempre più in buona salute, godiate di una lunga vita e siate felici!
Gigli bianchi
che create una primavera
di pace e felicità,
superate l’inverno e
insieme sbocciate!
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IN PRIMO PIANO - INTERVISTA
Giulia Cesaroni, Tamiko Kaneda e Giada Garavaglia approfondiscono vari aspetti dell’attività dei “giovani gigli bianchi” che sta prendendo il via in diverse regioni
In cosa consiste l’attività della “generazione dei giovani gigli bianchi”? Qual è l’obiettivo e quale la sua missione specifica all’interno del Gruppo donne?
Giada: Fanno parte della generazione dei giovani gigli bianchi tutte le donne fino ai cinquant’anni di età che tra dieci anni, nel centenario della fondazione della Soka Gakkai, saranno in prima linea nel movimento di kosen-rufu.
L’obiettivo fondamentale di questa attività è far crescere successore all’interno del Gruppo donne, mirando al 2030. Per questo è importante che ognuna possa approfondire il legame con il maestro, con la determinazione di creare un’ondata di persone capaci in grado di trasmettere alle generazioni future l’essenza dell’umanesimo buddista.
In particolare, l’attività che stiamo organizzando consiste nell’incontro in piccoli gruppi di massimo dieci/dodici persone per studiare e approfondire insieme il volume 30 de La nuova rivoluzione umana. Uno studio “attivo” in cui ognuna può dare il suo contributo condividendo le proprie esperienze alla luce degli incoraggiamenti di Sensei.
Giulia: Con questa attività vogliamo creare uno spazio di scambio e condivisione tra coetanee, in modo che le generazioni delle donne più giovani sviluppino un legame fortissimo con il presidente Ikeda e utilizzino lo studio del volume 30 de La nuova rivoluzione umana per metterlo in pratica nella vita quotidiana. In realtà è ciò che dovremmo fare tutte, ma qui il punto centrale è la condivisione all’interno della stessa generazione.
Sicuramente l’eterogeneità è una grande ricchezza della Soka Gakkai, ma questo aspetto del confronto tra coetanee è un valore aggiunto, come avviene anche per le giovani mamme. Allo stesso modo le donne giovani che non fanno attività giovani mamme possono avere un loro spazio per crescere insieme mettendo al centro la relazione con il maestro.
Tamiko: Sensei spiega che la fascia di età fino ai cinquant’anni costituisce per le donne il periodo di massima fioritura, in tutti gli aspetti della vita (vedi pag. 6).
Allo stesso tempo è anche una fase molto delicata di continui e rapidi cambiamenti. Per questo Sensei afferma che in mezzo a tante difficoltà è importante, grazie al Daimoku per sé e per gli altri, riuscire a diffondere una “primavera di felicità”.
La missione dei giovani gigli bianchi è creare questa primavera di felicità nelle nostre vite.
Afferma inoltre che è fondamentale che il Gruppo donne sviluppi la capacità di “non lasciare nessuna indietro”, rispettando le caratteristiche peculiari di ogni generazione.
Quindi anche per noi responsabili è fondamentale sviluppare, attraverso il Daimoku, la capacità di incoraggiare e sostenere tutte le generazioni che fanno parte del Gruppo donne, ogni fascia d’età, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico”.
Attraverso la nostra pratica buddista possiamo sviluppare ognuna le proprie caratteristiche e continuare a migliorarci.
Credo che il volume 30 de La nuova rivoluzione umana raccolga l’essenza di ciò che Sensei vuole lasciare a noi discepoli, la sua eredità. Ogni volta che lo rileggo scopro delle guide su cui non mi ero soffermata e questo mi sprona a metterle subito in pratica per inciderle nella mia vita.
Come si colloca questa nuova attività nel Gruppo donne?
Tamiko: Sono convinta che l’attività dei giovani gigli bianchi porterà una ventata di energia fresca nel Gruppo donne, com’è avvenuto con le giovani mamme. D’altra parte il compito delle donne più grandi è fondamentale per trasmettere la loro esperienza di fede e di vita alle più giovani, perché hanno un bagaglio davvero prezioso e possono incoraggiarle basandosi su una forte convinzione maturata con l’esperienza.
Personalmente, quando sono passata al Gruppo donne la cosa che mi ha più impressionata è stata la forza del loro Daimoku, il fatto che tutto si basa sulla preghiera, tutto parte dal Daimoku, questo mi ha molto colpita.
Giada: Sensei ci chiede sempre di pregare per la crescita delle nuove generazioni e di trasmettere loro tutto quanto necessario per portare avanti il movimento di kosen-rufu, e sottolinea che i tempi cambiano e quindi non dobbiamo pensare di far crescere i successori nello stesso modo in cui siamo cresciute noi.
Questo significa incoraggiare le giovani generazioni affinché emerga il loro talento e avanzare insieme a loro nella direzione indicata dal maestro.
In questo momento, nella Soka Gakkai italiana, le donne fino ai cinquant’anni di età sono più di un terzo del Gruppo donne.
Tra di loro ci sono anche tante ex giovani donne che per vari motivi sono rimaste ai margini e si sentono poco valorizzate. L’attività dei giovani gigli bianchi mira a coinvolgerle creando una rete di legami e di sostegno reciproco. Se tutte queste donne giovani si rivitalizzano, va a beneficio di tutte le fasce d’età!
In questa fase iniziale state incontrando qualche difficoltà?
Tamiko: è naturale incontrare qualche resistenza poiché è la prima volta che cerchiamo di dare vita a questo movimento all’interno del Gruppo donne. Di fronte alle novità è normale che ci sia la reazione di frenare. D’altra parte queste difficoltà ci stimolano a sviluppare ulteriori capacità di confronto, di dialogo, e sono certa che alla fine tutte noi riusciremo a comprendere il senso profondo di quest’attività.
Nella Prefazione alla raccolta di guide per le donne, Sensei racconta che sua moglie Kaneko è stata una delle pioniere di questo gruppo (vedi pag. 5) e questo mi dà molta fiducia, è una grande fortuna per noi avere la possibilità di vivere un’esperienza simile!
Giulia: Le resistenze emergono quando prevale il sentimento di esclusione, ma il nostro scopo è far sì che tutte le donne possano sentirsi a proprio agio. Tante donne giovani hanno più facilità a creare legami tra loro, è naturale.
A volte le giovani donne passando al Gruppo donne sentono la mancanza di quella condivisione tra coetanee che c’era nei giovani. Per questo vogliamo creare una rete in grado di accoglierle tutte, di includere e coinvolgere sempre più persone.
Allo stesso tempo è importante comprendere che – come scrive Sensei – «i calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore» (vedi pag. 7).
Quello della “generazione dei giovani gigli bianchi” è un momento della vita ricco di impegni in famiglia, nel lavoro…
Come conciliare tutti questi aspetti con l’attività buddista?
Tamiko: è una domanda che ci poniamo un po’ tutte, periodicamente, perché gli impegni aumentano e ci saranno sempre, ma noi attraverso il Daimoku abbiamo la capacità di tirare fuori tutto il nostro potenziale.
L’attività buddista è una palestra, un’occasione preziosa per allenarci dal punto di vista della fede ed è fondamentale continuare a portare avanti questo allenamento. L’unico modo è partire sempre dalla preghiera: così possiamo attingere alla saggezza, al coraggio, alla lungimiranza del Budda e riusciamo a conciliare tutti gli aspetti della vita personale con l’attività buddista, giorno dopo giorno.
Giulia: Noi pratichiamo per vivere meglio, per essere felici e la fede ci serve proprio per affrontare tutte le sfide della vita. Il Buddismo non è diverso dalla vita quotidiana, quindi è fondamentale non separare mai la vita dall’attività.
Giada: Recitando Daimoku è importante far emergere la saggezza necessaria per comprendere quali siano le priorità, senza farsi prendere dall’ansia da prestazione. Se si ha ben chiara la propria missione come Bodhisattva della Terra, si riesce a conciliare tutto in modo naturale. Personalmente, è proprio nel Gruppo donne che ho imparato a dare la giusta priorità alle cose, a stabilire attraverso il Daimoku quando è più importante essere presente in famiglia e quando a una riunione. Il punto è: in quel momento dove sta la vera sfida per la mia rivoluzione umana?
Che significato ha, secondo voi, il fatto che l’attività dei giovani gigli bianchi nasca proprio ora, all’inizio di questo decennio che porta al 2030?
Tamiko: Secondo me è un’occasione che il nostro maestro ha creato per allenarci nella fase conclusiva della sua vita.
Noi abbiamo la fortuna di essere la generazione che sta sperimentando cosa significa essere discepole quando ancora il maestro è in vita.
Penso che Sensei ci stia preparando in modo che ognuna di noi abbia la forza di avanzare con lo sguardo rivolto sempre al futuro.
Come nell’esempio dell’ago e del filo, è quando l’ago non ci sarà più che i discepoli verranno messi veramente alla prova.
Io sto vivendo quest’attività dei giovani gigli bianchi con lo spirito di farmi allenare da Sensei fino all’ultimo, in modo da poter portare avanti per sempre la mia missione.
Giada: Ora è fondamentale consolidare ancora di più la nostra relazione con il maestro per poterla trasmettere correttamente alle prossime generazioni avendone fatto un’esperienza personale. Io sento che studiando La nuova rivoluzione umana il mio legame con Sensei si è molto rafforzato. La relazione con il maestro è qualcosa che trascende lo spazio e il tempo e ci permette di vivere una vita di felicità assoluta. Sta a noi fare in modo che le nuove generazioni possano avere la stessa consapevolezza.
Come protagoniste della generazione dei giovani gigli bianchi, quali sono le vostre aspettative e i vostri obiettivi?
Giulia: Le mie aspettative sono di fare un grande passo avanti nella mia vita e nella mia fede grazie a questa attività. Ho sempre avuto nel cuore il desiderio di studiare per mettere in pratica e anche nei momenti più difficili mi sono sempre attaccata anche a una sola frase, pensando semplicemente “farò così!”.
Desidero profondamente che ogni donna possa fare una grande rivoluzione umana grazie alla relazione con il maestro e possa dare un contributo alla società e aprire la sua vita in modo da poter accogliere sempre più persone.
Giada: Oggi che in tutte le regioni stanno partendo questi gruppi, ritrovo tante ex giovani donne con cui ho fatto attività in passato, è come non esserci mai lasciate, siamo tutte unite.
Nel corso degli anni ci imbattiamo nelle tempeste del karma, per questo Sensei afferma che è fondamentale attraverso la fede forgiare un cuore saldo, «un cuore che non si lascia mai sconfiggere, capace di sormontare qualsiasi difficoltà». E sottolinea: «L’appagamento e la piena felicità sono determinati da quanto forte e saldo rendiamo il nostro cuore» (NRU, vol. 30, cap. 4, p.ta 41).
Come immaginate il Gruppo donne nel 2030?
Tamiko: Io immagino un Gruppo donne meraviglioso, ricco di diversità. Sono felicissima di far parte dei giovani gigli bianchi e sapere che la signora Kaneko è stata una delle prime a farne parte mi rende felice e orgogliosa.
D’altra parte sento una grande responsabilità perché è facile dare vita a qualcosa di nuovo, ma poi ci vuole tanto impegno perché questo spirito venga trasmesso alle generazioni future. Quindi il mio obiettivo è che questo allenamento si manifesti nella vita di ognuna di noi attraverso una profonda rivoluzione umana.
La vita è in continua evoluzione e anche la nostra organizzazione, poiché è viva, sarà sempre in continuo mutamento.
Perciò è importante mantenere lo spirito di ricerca e non fermarci a dire “accetto/non accetto il cambiamento”, ma invece pensare “bene, mi trovo di fronte a una nuova sfida e con il Daimoku voglio cogliere questa occasione per crescere e migliorare”.
Paragonando anche me stessa alle generazioni più giovani, per esempio a mia nipote che ha quindici anni, ho notato che non ho la sua stessa disponibilità al cambiamento, mentre lei non vede l’ora, quindi è importante per tutti noi continuare a nutrire sempre un grande spirito di ricerca.
Giulia: Il Gruppo donne nel 2030 lo immagino vivace, allegro e pieno di iniziative. Sensei ci incoraggia a risplendere come il sole ovunque siamo, quindi la mia aspettativa è che ognuna di noi riesca a illuminare sempre di più il suo mondo come un sole splendente, i familiari, gli amici, i colleghi e i vicini di casa. Il mio desiderio è che tutte le donne diventino maestre di felicità, il che non significa non avere problemi, ma saper vivere con lo spirito “Io sono la Soka Gakkai, guardate cosa realizzo!”.
Il presidente Ikeda ci insegna che è importante tenere il passo con i cambiamenti della società. Ne La nuova rivoluzione umana scrive: «I tempi stanno cambiando rapidamente. L’essenza fondamentale della nostra fede non cambierà mai, ma il nostro comportamento, così come lo stile dell’organizzazione, devono adeguarsi.
La Soka Gakkai è sempre stata al passo con i tempi grazie ai giovani; utilizzando la loro energia è stata in grado di prendere l’iniziativa e di mantenere lo slancio per progredire.
I Gruppi uomini e donne a volte possono rimanere attaccati al modo in cui hanno fatto attività in passato e non ricercano modalità diverse. Ma è così che si resta indietro. Dobbiamo tenere il passo con i cambiamenti della società e conoscere i nuovi modi di pensare dei giovani» (NRU, 24, 168).
Sensei pensa sempre al futuro e credo che qui il termine “giovani” non si riferisca soltanto al Gruppo giovani, ma alle nuove generazioni, ai successori.