Presentazione mostra NR722
Il 25 settembre inaugura online la mostra realizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai “L’eredità della vita – Il clima è una scelta” (NR, 718, 5). La mostra, parte del progetto “Cambio io, cambia il mondo”, verrà presentata nell’ambito degli eventi della Pre cop26 che si terrà a Milano a fine settembre
La crisi climatica, causata dal riscaldamento globale iniziato nell’epoca industriale e prodotto dalle attività umane, in particolare dall’uso di combustibili fossili – cioè di carbone, petrolio e gas – è una grande minaccia che dobbiamo saper riconoscere e contrastare.
Per vincere questa sfida è necessario immaginare e costruire un mondo a zero emissioni, un mondo sostenibile e inclusivo, dove essere umano e natura possano coesistere armoniosamente. Un compito difficile, ambizioso, che parte prima di tutto dal cambiamento individuale, dal saper trasformare la preoccupazione dell’“io” nel desiderio di creare un futuro sostenibile per “noi”. Su questi presupposti saranno tappe fondamentali i vertici delle Nazioni Unite nell’ambito della convenzione contro il cambiamento climatico a partire dalla prossima Cop26 (la 26a Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) che si svolgerà a novembre a Glasgow, e che sarà preceduta da una Pre Cop26, e un summit dei giovani a Milano a fine settembre. è proprio in questo ambito che verrà presentata la mostra “L’eredità della vita. Il clima è una scelta: salviamo il futuro” inserita nel calendario del Ministero della Transizione ecologica che raccoglie iniziative da tutto il mondo dedicate alla sostenibilità.
Articolata in 18 pannelli, fruibili anche da casa grazie a una versione online realizzata con una tecnologia cosiddetta “immersiva”, la mostra è nata con l’intento di informare sulla crisi climatica che stiamo vivendo, di trasmettere speranza e incoraggiare all’azione, mettendo al centro l’assoluto rispetto per la dignità della vita e trasformando l’indignazione in determinazione per non sentirsi passivi di fronte alle grandi sfide ma preziosi protagonisti nella realizzazione di un nuovo meraviglioso futuro.
Con l’intento di addentrarci nei contenuti della mostra abbiamo posto delle domande ad alcuni rappresentanti del comitato organizzatore composto da oltre quaranta volontari.
Sono tante le sfide che dobbiamo affrontare per costruire un futuro sostenibile, e il cambiamento climatico è la più urgente. Qual è il messaggio che questa mostra vuole trasmettere a riguardo?
Rosetta Epifani:
In un momento così “straordinario” siamo tutti chiamati a contribuire alla ripresa e alla resilienza trasformativa delle società, tenendo conto in primis dell’emergenza climatica e dell’interrelazione tra esseri umani e ambiente.
Obiettivo della mostra è accrescere la consapevolezza dell’emergenza climatica e incoraggiare ognuno a impegnarsi per contrastarla partendo dal proprio cambiamento: anche una piccola azione individuale, se virtuosa, può fare la differenza nella propria comunità e nel mondo. Daisaku Ikeda ci invita a diventare cittadini globali. Come? Cambiando interiormente, agendo localmente, pensando globalmente.
L’emergenza climatica è il risultato delle azioni degli esseri umani. Dunque gli esseri umani sono in grado, attraverso il loro cambiamento virtuoso, di invertire la rotta. Partire da sé, dalla propria rivoluzione umana, per cambiare il mondo cominciando dalla comunità in cui viviamo, dal qui e ora, senza rimandare. Il cambiamento climatico rappresenta la sfida più urgente per la nostra vita e per quella delle generazioni future.
Nel Buddismo o si vince o si perde: come vincere questa sfida? Assumendoci la responsabilità, agendo sulle cause, alzandoci per primi. Occorrono consapevolezza, determinazione, incrollabile fiducia nel genere umano, solidarietà tra cittadini globali, capacità di unirsi in una lotta condivisa che veda protagonisti i giovani, partendo dalla consapevolezza che… giovani si diventa!
Stella Bianchi:
La prima cosa da fare è prendere consapevolezza dell’emergenza climatica e poi scegliere di agire lì dove siamo. Sappiamo che per evitare gli impatti peggiori dobbiamo azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050 e per riuscirci dobbiamo iniziare subito con azioni immediate.
La chiave del problema è l’uso di combustibili fossili, e cioè carbone, petrolio e gas e quindi gran parte della soluzione sta nel sostituirli con energia pulita da fonti rinnovabili e efficienza energetica. Lo stiamo facendo ma dobbiamo accelerare. Molto importante è trasformare le città e i sistemi di produzione e consumo così come piantare alberi e garantire la sicurezza alimentare. Insomma, è urgente realizzare una transizione ecologica giusta nella quale nessuno resti indietro.
Ognuno di noi può fare la propria parte anche nel sostenere le scelte necessarie a livello nazionale e globale. I prossimi anni sono la nostra ultima possibilità per riuscire ad evitare impatti catastrofici ed è perciò fondamentale che i paesi rafforzino i loro impegni nel ridurre le proprie emissioni di gas serra al prossimo vertice ONU a novembre a Glasgow in modo da contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1.5 gradi dal periodo pre-industriale.
Spesso le nostre azioni quotidiane indirizzate verso la sostenibilità faticano ad alleviare un profondo senso di impotenza. In che modo possiamo percepire che il cambiamento parte davvero da ognuno di noi?
Nicola Ciccariello: Quando si parla di combattere il riscaldamento globale, si tende a pensare che la questione sia “troppo grande” e, quindi, si getta la spugna in partenza. Ciò che sfugge a molti è il potere dell’unione: quanta differenza può fare un singolo gesto ripetuto da tante persone?
Il contributo di ognuno, nella propria comunità, può generare un’onda di cambiamento che salverà il nostro pianeta. Ognuno di noi può fare la propria parte. La rivoluzione dovrebbe partire dal nostro rapporto con l’ambiente: non più dominatori, ma parte dell’ambiente. Questo modo di pensare la nostra interazione con la natura che ci circonda è la chiave per innescare il cambiamento e raggiungere l’obiettivo ambizioso di ridurre le emissioni.
Davide Rocchi: Qualsiasi cambiamento, grande o piccolo, parte da una singola persona che decide di sfidarsi e adempiere alla sua missione, e la storia è piena di esempi. Tuttavia può accadere di sentire che le nostre azioni siano inutili ed è facile cadere preda di sconforto e rassegnazione. Mettendo in atto delle azioni che si pongono in contrasto con le forze negative della vita è naturale incontrare ostacoli e opposizioni che potrebbero farci desistere, farci sentire impotenti. Tuttavia sforzandoci di compiere azioni virtuose in coerenza con i princìpi della sostenibilità, stiamo agendo per noi stessi ma anche per le generazioni future. Questo è il comportamento da bodhisattva ed è attraverso questo che noi manifestiamo lo stato vitale del Budda, quindi come potremmo essere scoraggiati? Con questa consapevolezza, farci sconfiggere dalla negatività diventa molto più difficile. Gli effetti devastanti della crisi climatica possono essere arginati, ma dipende dalle nostre azioni e le scelte che facciamo sono fondamentali per contribuire al miglioramento della vita sulla terra.
Maristella Bonomo: Fino ad ora ci siamo considerati ospiti, forse padroni, del luogo che sostiene la nostra esistenza e ci permette di respirare, nutrirci, correre, nuotare, incontrarci, esperire lo stupore di essere vivi, anche dentro la sofferenza. È arrivato il momento di proteggere tanta bellezza, fragilità, ricchezza. Possiamo aver cura e guarire insieme, noi e il pianeta: dal disinteresse, dalla prepotenza, da una crescita frenetica, dall’ingiustizia sociale, dall’inquinamento. Possiamo! Penso che la mostra ci chieda di lasciare in eredità il pronome “noi”.
Di fronte a grandi drammi, come questa emergenza climatica, l’io individuale può scoraggiarsi. Come faccio da sola a risolvere la fame nel mondo, ridurre le emissioni di gas serra, impedire la deforestazione?
Sembra difficile non soccombere all’impotenza. Invece con azioni mirate, anche individuali, il cambiamento diventa realtà, uno scopo comune, una responsabilità, un coro.
Noi: oggi e domani!
• • •
Appello alla resilienza e alla speranza
«Ci rivolgiamo ai giovani del mondo affinché si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità e divengano costruttori della propria vita e della storia del nuovo millennio»
Adolfo Peréz Esquivel
Daisaku Ikeda
Il 25 settembre inaugura online la mostra realizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai “L’eredità della vita – Il clima è una scelta” (NR, 718, 5). La mostra, parte del progetto “Cambio io, cambia il mondo”, verrà presentata nell’ambito degli eventi della Pre cop26 che si terrà a Milano a fine settembre
La crisi climatica, causata dal riscaldamento globale iniziato nell’epoca industriale e prodotto dalle attività umane, in particolare dall’uso di combustibili fossili – cioè di carbone, petrolio e gas – è una grande minaccia che dobbiamo saper riconoscere e contrastare.
Per vincere questa sfida è necessario immaginare e costruire un mondo a zero emissioni, un mondo sostenibile e inclusivo, dove essere umano e natura possano coesistere armoniosamente. Un compito difficile, ambizioso, che parte prima di tutto dal cambiamento individuale, dal saper trasformare la preoccupazione dell’“io” nel desiderio di creare un futuro sostenibile per “noi”. Su questi presupposti saranno tappe fondamentali i vertici delle Nazioni Unite nell’ambito della convenzione contro il cambiamento climatico a partire dalla prossima Cop26 (la 26a Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) che si svolgerà a novembre a Glasgow, e che sarà preceduta da una Pre Cop26, e un summit dei giovani a Milano a fine settembre. è proprio in questo ambito che verrà presentata la mostra “L’eredità della vita. Il clima è una scelta: salviamo il futuro” inserita nel calendario del Ministero della Transizione ecologica che raccoglie iniziative da tutto il mondo dedicate alla sostenibilità.
Articolata in 18 pannelli, fruibili anche da casa grazie a una versione online realizzata con una tecnologia cosiddetta “immersiva”, la mostra è nata con l’intento di informare sulla crisi climatica che stiamo vivendo, di trasmettere speranza e incoraggiare all’azione, mettendo al centro l’assoluto rispetto per la dignità della vita e trasformando l’indignazione in determinazione per non sentirsi passivi di fronte alle grandi sfide ma preziosi protagonisti nella realizzazione di un nuovo meraviglioso futuro.
Con l’intento di addentrarci nei contenuti della mostra abbiamo posto delle domande ad alcuni rappresentanti del comitato organizzatore composto da oltre quaranta volontari.
Sono tante le sfide che dobbiamo affrontare per costruire un futuro sostenibile, e il cambiamento climatico è la più urgente. Qual è il messaggio che questa mostra vuole trasmettere a riguardo?
Rosetta Epifani:
In un momento così “straordinario” siamo tutti chiamati a contribuire alla ripresa e alla resilienza trasformativa delle società, tenendo conto in primis dell’emergenza climatica e dell’interrelazione tra esseri umani e ambiente.
Obiettivo della mostra è accrescere la consapevolezza dell’emergenza climatica e incoraggiare ognuno a impegnarsi per contrastarla partendo dal proprio cambiamento: anche una piccola azione individuale, se virtuosa, può fare la differenza nella propria comunità e nel mondo. Daisaku Ikeda ci invita a diventare cittadini globali. Come? Cambiando interiormente, agendo localmente, pensando globalmente.
L’emergenza climatica è il risultato delle azioni degli esseri umani. Dunque gli esseri umani sono in grado, attraverso il loro cambiamento virtuoso, di invertire la rotta. Partire da sé, dalla propria rivoluzione umana, per cambiare il mondo cominciando dalla comunità in cui viviamo, dal qui e ora, senza rimandare. Il cambiamento climatico rappresenta la sfida più urgente per la nostra vita e per quella delle generazioni future.
Nel Buddismo o si vince o si perde: come vincere questa sfida? Assumendoci la responsabilità, agendo sulle cause, alzandoci per primi. Occorrono consapevolezza, determinazione, incrollabile fiducia nel genere umano, solidarietà tra cittadini globali, capacità di unirsi in una lotta condivisa che veda protagonisti i giovani, partendo dalla consapevolezza che… giovani si diventa!
Stella Bianchi:
La prima cosa da fare è prendere consapevolezza dell’emergenza climatica e poi scegliere di agire lì dove siamo. Sappiamo che per evitare gli impatti peggiori dobbiamo azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050 e per riuscirci dobbiamo iniziare subito con azioni immediate.
La chiave del problema è l’uso di combustibili fossili, e cioè carbone, petrolio e gas e quindi gran parte della soluzione sta nel sostituirli con energia pulita da fonti rinnovabili e efficienza energetica. Lo stiamo facendo ma dobbiamo accelerare. Molto importante è trasformare le città e i sistemi di produzione e consumo così come piantare alberi e garantire la sicurezza alimentare. Insomma, è urgente realizzare una transizione ecologica giusta nella quale nessuno resti indietro.
Ognuno di noi può fare la propria parte anche nel sostenere le scelte necessarie a livello nazionale e globale. I prossimi anni sono la nostra ultima possibilità per riuscire ad evitare impatti catastrofici ed è perciò fondamentale che i paesi rafforzino i loro impegni nel ridurre le proprie emissioni di gas serra al prossimo vertice ONU a novembre a Glasgow in modo da contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1.5 gradi dal periodo pre-industriale.
Spesso le nostre azioni quotidiane indirizzate verso la sostenibilità faticano ad alleviare un profondo senso di impotenza. In che modo possiamo percepire che il cambiamento parte davvero da ognuno di noi?
Nicola Ciccariello: Quando si parla di combattere il riscaldamento globale, si tende a pensare che la questione sia “troppo grande” e, quindi, si getta la spugna in partenza. Ciò che sfugge a molti è il potere dell’unione: quanta differenza può fare un singolo gesto ripetuto da tante persone?
Il contributo di ognuno, nella propria comunità, può generare un’onda di cambiamento che salverà il nostro pianeta. Ognuno di noi può fare la propria parte. La rivoluzione dovrebbe partire dal nostro rapporto con l’ambiente: non più dominatori, ma parte dell’ambiente. Questo modo di pensare la nostra interazione con la natura che ci circonda è la chiave per innescare il cambiamento e raggiungere l’obiettivo ambizioso di ridurre le emissioni.
Davide Rocchi: Qualsiasi cambiamento, grande o piccolo, parte da una singola persona che decide di sfidarsi e adempiere alla sua missione, e la storia è piena di esempi. Tuttavia può accadere di sentire che le nostre azioni siano inutili ed è facile cadere preda di sconforto e rassegnazione. Mettendo in atto delle azioni che si pongono in contrasto con le forze negative della vita è naturale incontrare ostacoli e opposizioni che potrebbero farci desistere, farci sentire impotenti. Tuttavia sforzandoci di compiere azioni virtuose in coerenza con i princìpi della sostenibilità, stiamo agendo per noi stessi ma anche per le generazioni future. Questo è il comportamento da bodhisattva ed è attraverso questo che noi manifestiamo lo stato vitale del Budda, quindi come potremmo essere scoraggiati? Con questa consapevolezza, farci sconfiggere dalla negatività diventa molto più difficile. Gli effetti devastanti della crisi climatica possono essere arginati, ma dipende dalle nostre azioni e le scelte che facciamo sono fondamentali per contribuire al miglioramento della vita sulla terra.
Maristella Bonomo: Fino ad ora ci siamo considerati ospiti, forse padroni, del luogo che sostiene la nostra esistenza e ci permette di respirare, nutrirci, correre, nuotare, incontrarci, esperire lo stupore di essere vivi, anche dentro la sofferenza. È arrivato il momento di proteggere tanta bellezza, fragilità, ricchezza. Possiamo aver cura e guarire insieme, noi e il pianeta: dal disinteresse, dalla prepotenza, da una crescita frenetica, dall’ingiustizia sociale, dall’inquinamento. Possiamo! Penso che la mostra ci chieda di lasciare in eredità il pronome “noi”.
Di fronte a grandi drammi, come questa emergenza climatica, l’io individuale può scoraggiarsi. Come faccio da sola a risolvere la fame nel mondo, ridurre le emissioni di gas serra, impedire la deforestazione?
Sembra difficile non soccombere all’impotenza. Invece con azioni mirate, anche individuali, il cambiamento diventa realtà, uno scopo comune, una responsabilità, un coro.
Noi: oggi e domani!
• • •
Appello alla resilienza e alla speranza
«Ci rivolgiamo ai giovani del mondo affinché si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità e divengano costruttori della propria vita e della storia del nuovo millennio»
Adolfo Peréz Esquivel
Daisaku Ikeda