Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

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11 ottobre 2022

Protagonisti del cambiamento

Abbiamo intervistato Stefano Petrella dell’Associazione Casale Podere Rosa, nell’ambito del progetto “Da discarica a bosco urbano” vincitore del bando “Spazi Verdi” promosso con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Obiettivo primario del progetto è quello di bonificare il parco regionale di Aguzzano e piantumare duecento alberi, ma anche di sviluppare percorsi di cittadinanza attiva tramite il coinvolgimento delle realtà locali

Abbiamo intervistato Stefano Petrella dell’Associazione Casale Podere Rosa, nell’ambito del progetto “Da discarica a bosco urbano” vincitore del bando “Spazi Verdi” promosso con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Obiettivo primario del progetto è quello di bonificare il parco regionale di Aguzzano e piantumare duecento alberi, ma anche di sviluppare percorsi di cittadinanza attiva tramite il coinvolgimento delle realtà locali

La discussione sui cambiamenti climatici è sempre più diffusa e con essa anche la preoccupazione legata al futuro del pianeta. Voi siete vincitori del bando Spazi Verdi promosso con i fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Come nasce e in cosa consiste il progetto “Da discarica a bosco urbano” e perché interessa proprio quest’area geografica?

Il parco regionale urbano di Aguzzano è un bene comune. Il territorio fruisce di quest’area verde che è molto grande - 60 ettari – e la utilizza per attività sociali e ricreative.
Nel 2020 una porzione del parco è stata investita da un incendio che ha rilevato la presenza di una micro discarica. Il progetto prevede la bonifica del sito con la rimozione dei rifiuti, la realizzazione di un sentiero che renda più facile la frequentazione dei cittadini e la creazione di “un’aula verde” utilizzabile dalle scuole per attività di didattica ambientale.
All’interno dell’area verrà effettuata anche la piantumazione di duecento alberi di specie autoctone che forniranno degli importanti servizi ecosistemici poiché contribuiscono a catturare la CO2 atmosferica, migliorano la qualità dell’aria, trattengono gli inquinanti e producono ossigeno.
Come associazione Casale Podere Rosa abbiamo un rapporto con il territorio da circa trent’anni e per lo sviluppo del progetto abbiamo chiesto proposte e suggerimenti ai vari comitati di quartiere e alle scuole. Ci stiamo muovendo “in rete” coinvolgendo anche le amministrazioni - tra cui il Municipio Roma IV e l’Ente che gestisce il parco - che naturalmente hanno patrocinato il progetto. Pensiamo che queste siano le premesse importanti per realizzare queste opere grazie ai fondi 8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.

Uno degli obiettivi del bando dell’IBISG è di «stimolare una sempre maggiore consapevolezza della profonda interrelazione fra il sé e l’ambiente». In che modo il progetto cerca di sviluppare questa consapevolezza?

Poter frequentare un’area verde ha una grande importanza per i cittadini, soprattutto per chi vive in una metropoli e ci fa capire che il rapporto con gli ambienti naturali è fondamentale per la qualità della nostra vita. Produce dei benefici dal punto di vista fisico, migliorando la circolazione del sangue e la capacità di rilassamento. Chiunque esca da una strada - peraltro trafficata come quelle che circondano il parco di Aguzzano - ed entri in un parco nota immediatamente la differenza nella qualità dell’aria, nel profumo della terra, nel silenzio…
A volte tendiamo a sottovalutarlo perché siamo presi dal nostro lavoro, dal ritmo concitato delle nostre vite... Purtroppo questo parco viene visto come un grande giardino urbano più che come un’area protetta che ha un proprio status. Noi cerchiamo di favorire una frequentazione più sensibile e più motivata.
Attraverso la gestione della biblioteca “Passepartout” del Casale Podere Rosa e le visite delle scolaresche stiamo incoraggiando tanti giovani a vivere la città in modo più profondo e meno consumistico. Con gli studenti troviamo un “punto silenzioso” all’interno del parco e chiediamo di stare un minuto in silenzio. Ascoltare il leggero rumore delle fronde degli alberi e il canto degli uccelli crea una maggiore capacità di riflessione introspettiva che pensiamo sia molto importante.

Sostenere interventi locali come questo può contribuire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico?

I grandi cambiamenti climatici sono un problema epocale, di rilevanza enorme e sarebbe sciocco pensare di poterlo affrontare e risolvere con piccoli interventi locali. Però la scienza ci conferma che gli alberi hanno un’importanza notevole nel mitigare alcuni effetti.
Una delle cause del riscaldamento globale è l’aumento della concentrazione di gas che, come l’anidride carbonica, alterano gli equilibri climatici. Nel corso della loro vita gli alberi prelevano una quota di carbonio presente in atmosfera e la integrano nei propri tessuti vegetali riducendo così la CO2 atmosferica.
L’apparato fogliare consente inoltre di abbattere grosse quantità di polveri sottili e ultrasottili che penetrano molto agevolmente negli alveoli polmonari causando malattie anche molto serie. Discorso analogo vale per altri inquinanti atmosferici che gli alberi sono in grado di trattenere. Essi possono dunque creare delle condizioni ambientali più favorevoli.
Un’altra funzione estremamente importante degli alberi è il consolidamento dei terreni e la riduzione dei fenomeni di inaridimento.
La piantumazione degli alberi deve basarsi sullo studio delle caratteristiche geomorfologiche e fito-climatiche dell’area. Piantare specie non adatte può causare più problematiche che effetti positivi, ad esempio la loro capacità di assorbire carbonio (“carbon sink”) può trasformarsi in cessione di carbonio (“carbon source”) se gli alberi deperiscono, muoiono e rilasciano nell’atmosfera tutto il carbonio che contengono. Sono organismi biologici e come tali vanno considerati, con le loro esigenze e le loro problematiche.
Per cui è fondamentale seguire con la massima cura il “prima” e il “dopo” della piantumazione degli alberi, cioè una attenta progettazione prima e un piano di gestione, manutenzione e monitoraggio adeguati, dopo.

La preoccupazione legata al futuro del pianeta, che si manifesta soprattutto nei giovani come eco-ansia, spesso non corrisponde a un impegno di fare qualcosa per cambiare la situazione. Cosa si propone di fare il progetto a riguardo?

Tutti noi che ci occupiamo di ambiente abbiamo la grande speranza che le nuove generazioni siano in grado di prendere le redini dei problemi ambientali per essere protagonisti di un cambiamento e di un rinnovamento.
Naturalmente è un processo lungo e complesso che cerca di favorire una presa di coscienza. In tal senso i recenti movimenti giovanili sui temi ambientali iniziano a mostrare un’attenzione crescente a queste problematiche.
Noi diamo una grande importanza al lavoro di sensibilizzazione con le scuole, sia perché i giovani sono fruitori di questo parco e di altre aree verdi, sia per stimolare questa sensibilità ambientale che si spera in futuro sia sufficiente a far assumere un ruolo protagonista alle giovani generazioni.

Quali sono i prossimi passi?

Il primo passo è la bonifica della discarica di rifiuti presente in questa area. Successivamente procederemo con la messa a dimora di alberi e arbusti autoctoni, in un periodo ottimale compreso tra i mesi di novembre e febbraio.
Per questo intervento stiamo verificando la possibilità di coinvolgere le Regione Lazio.
Termineremo i lavori con la realizzazione del sentiero attrezzato e l’allestimento di panchine e bacheche didattiche.
Vorremmo inaugurare quest’area nella prossima primavera, dopodiché organizzeremo le visite guidate con le associazioni e le scuole del territorio per visionare gli interventi di riqualificazione ambientale realizzati.
I fattori critici, ma decisivi, di tutti questi progetti a scala locale sono due: la sensibilità delle amministrazioni e i fondi a disposizione.
Talvolta le amministrazioni non hanno risorse disponibili o mostrano scarso interesse a promuovere iniziative di questo tipo, per cui è fondamentale il ruolo anche di soggetti privati come l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, che sono in grado di sostenere i progetti che ritengono più meritevoli. In particolare, tutto ciò di cui abbiamo parlato sarà possibile proprio grazie al finanziamento che l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, tramite i fondi 8x1000, ha fornito. Diversamente, questi interventi così come molti altri, rimarrebbero solo sulla carta.

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