Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

20 aprile 2024 Ore 03:18

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Il sole dei diritti umani

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Diffondere il rispetto dei diritti umani fa parte della nostra missione in quanto buddisti, per costruire ogni giorno una società basata sulla pace, la cultura, l’educazione

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata promulgata il 10 dicembre 1948, sullo sfondo della tragedia della Seconda guerra mondiale. Milioni di figli, fratelli e genitori erano stati strappati all’affetto delle loro famiglie.
I trenta articoli che costituiscono la Dichiarazione mettono nero su bianco libertà incoercibili e diritti fondamentali propri di ogni essere umano in quanto tale, senza eccezione alcuna. Diritti come quello alla vita, alla sicurezza, al cibo, all’abitazione, alle cure mediche, ai servizi sociali; libertà dalla paura, dalla schiavitù, dalla violenza.
La Dichiarazione ha l’obiettivo fondamentale di promuovere, attraverso l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di tali diritti e libertà, per garantirne l’universale ed effettivo riconoscimento fra i popoli.
Nel Preambolo si legge: «Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo».
Espressioni come “famiglia umana” e “pace nel mondo” risuonano nel cuore di chi si è risvegliato alla missione di kosen-rufu. La tutela dei diritti umani è uno degli scopi principali della Soka Gakkai e coincide con la pratica di sconfiggere l’oscurità fondamentale, alla base della sofferenza e delle ingiustizie, e rispettare la dignità di ogni forma di vita.
La Dichiarazione ha settant’anni di storia ed è stata redatta nelle cinque lingue ufficiali delle Nazioni Unite (cinese, francese, inglese, russo, spagnolo) per garantirne la massima diffusione. È una pietra miliare nello sviluppo della legislazione dei diritti umani a livello internazionale. Espressione della volontà dei popoli, le hanno fatto seguito numerosi trattati vincolanti per gli Stati. Così la tutela dei diritti umani è diventata una parte importante del diritto internazionale.
Alla luce degli incoraggiamenti del maestro Ikeda, appare chiaro che spetta a noi la missione di creare il tempo di una società fondata sul rispetto dei diritti umani. Ognuno di noi è un pioniere di questa impresa.

Daisaku Ikeda scrive: «Quando c’è poco rispetto dei diritti umani, si va verso un regime di dittatura in cui le leggi vengono imposte al popolo. La società non può prosperare. Ecco perché dobbiamo lottare per i diritti umani, per la libertà di pensiero e di religione e sensibilizzare la gente su questi problemi.
I diritti umani, la democrazia e la pace sono una cosa sola. Quando uno di questi elementi viene distrutto, vengono distrutti anche gli altri. I leader di tutte le sfere sociali devono scolpire questo nelle loro menti. In una società dove manca il rispetto dei diritti umani, la reputazione e la posizione non valgono nulla. La cosa più importante è avere compassione e provare un genuino amore per gli altri.
Ogni sfera umana – educazione, cultura, governo, economia e scienza – deve garantire e rafforzare i diritti umani. È necessario rimettere a fuoco l’importanza di garantire il benessere all’umanità e fare di questo un punto di partenza. Dobbiamo far diventare il XXI secolo il secolo dei diritti umani. Dobbiamo costruire una società che abbia obiettivi più grandi del profitto a breve termine. Per fare questo, il primo passo è rispettare noi stessi e vivere con dignità, fiducia e orgoglio. Una tale persona potrà trattare gli altri con rispetto.

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Perché parlare di diritti umani?
Attualmente, molto, moltissimo resta ancora da fare in ogni parte del mondo.
Infatti, ancora oggi:

815 milioni di persone (1 su 9) non mangiano a sufficienza

152 milioni di bambini sono vittime del lavoro minorile

1 donna su 3 subisce abusi o violenza

68,5 milioni di persone devonolasciare la loro casa a causa dei conflitti

63 milioni di bambini (1 su 11) non hanno accesso all’istruzione

15.000 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo negli ultimi cinque anni

Fonte: mostra “Trasformare le vite: il potere dell’educazione ai diritti umani”

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Diritti umani in azione

Quali azioni per rendere concreti i diritti umani nella nostra vita quotidiana?

• Rispettare e accettare le differenze

• Sviluppare empatia verso l’altro

• Denunciare le ingiustizie

• Risolverei conflitti attraverso il dialogo

Un grande fiume comincia con una goccia d’acqua e, da quest’umile origine, sfocia nel mare. Il fiume che giungerà al secolo dei diritti umani ha appena cominciato a scorrere.
È importante sviluppare un atteggiamento positivo e aperto nei confronti di ogni persona, comprendendo che anche se gli altri sono diversi da noi siamo tutti membri della stessa “famiglia umana”.
Secondo studi scientifici, quando cerchiamo di percepire le differenze usiamo solo la parte più superficiale del nostro cervello, mentre quando ci sforziamo di trovare dei punti in comune mettiamo in atto un processo altamente sofisticato che coinvolge una parte molto profonda di esso.
Quelli che vanno d’accordo con tutti i tipi di persone, senza distinzioni, manifestano un carattere davvero eccellente. Sono persone di grande cultura ed educazione.
Più ricchi sono i nostri cuori, più ricca è la nostra umanità, più saremo in grado di riconoscere e valutare l’umanità degli altri. Coloro che maltrattano e denigrano gli altri diminuiscono solo la propria umanità.
I diritti umani sono il sole che illumina il mondo, come lo sono l’amore per l’umanità, la gentilezza e la considerazione. Tutte queste cose illuminano il mondo.
La vostra missione è far sì che il sole dei diritti umani sorga sul ventunesimo secolo. Per farlo dovete far sorgere il sole coraggioso dell’amore per l’umanità prima di tutto nei vostri cuori» (Giovani cittadini del mondo, esperia, 14).

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«Dove, dopo tutto, cominciano i diritti umani? Nei piccoli luoghi della quotidianità, tra le mura domestiche, in posti così piccoli da non poter essere individuati sulle mappe, dove si sviluppa la vita di ogni persona: il quartiere, la scuola o l’ufficio. Se tali diritti non assumono significato in questi luoghi, non possono assumerlo in nessun luogo»

Eleanor Roosevelt, attivista dei diritti umani

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I miei passi per la pace

Elisa si occupa di educazione ai diritti umani e lavora all’ONU per la Soka Gakkai Internazionale. Grazie al Buddismo ha trasformato il suo comportamento quotidiano imparando a rispettare ogni persona

di Elisa Gazzotti, Ginevra

Lavori nel campo dell’educazione ai diritti umani. Di cosa ti occupi precisamente?

Mi occupo di promuovere l’educazione ai diritti umani. In particolare collaboro con un gruppo di Organizzazioni Non Governative (ONG) che hanno lo scopo di portare la voce della società civile all’interno dell’ONU rispetto al tema dell’educazione ai diritti umani, per promuoverne il rispetto universale e la protezione. Le Nazioni Unite hanno promosso un Programma mondiale sull’educazione ai diritti umani, la cui quarta fase inizierà nel 2020.
Come rappresentanti della società civile, seguendo la Proposta di pace del presidente Ikeda del 2018 (BS, 188, 14), abbiamo proposto che il focus di questa quarta fase fosse incentrato sui giovani.
A settembre, due mesi dopo l’Appello lanciato ai giovani a Roma da Daisaku Ikeda e dal premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, durante la 39ª sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra, gli Stati hanno scritto e votato una Risoluzione che pone al centro i giovani.
Inoltre, nel 2017 è stata inaugurata presso le Nazioni Unite la mostra Trasformare le vite: il potere dell’educazione ai diritti umani, organizzata dalla SGI insieme ad altre ONG e ad alcuni Stati membri, con il supporto dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR).
La mostra è stata portata in diversi paesi, spesso accompagnata da un workshop, con lo scopo di promuovere l’educazione ai diritti umani.
A settembre dell’anno scorso abbiamo presentato inoltre un sito web (https://www.power-humanrights-education.org), per facilitare la visione della mostra specialmente ai giovani, che possono così acquisire nuove prospettive e conoscenze per realizzare i loro diritti e promuovere un futuro migliore nelle loro comunità.

Il maestro Ikeda sottolinea l’importanza del dialogo e dell’educazione per diffondere una cultura dei diritti umani. Come si traduce questo nel tuo lavoro?

Cercando di fare ogni giorno la mia personale rivoluzione umana e creando occasioni per dialogare con il maggior numero di persone, rispettandole profondamente, portando sempre nel cuore l’esempio del mio maestro. Ho iniziato a lavorare nel campo dei diritti umani prima di abbracciare il Buddismo di Nichiren Daishonin. Da quel momento è cambiato il mio comportamento come essere umano, provando a rispettare profondamente ogni singola persona. Questo vuol dire cercare ogni giorno di andare oltre la mia negatività, credendo nella natura di Budda che appartiene a tutti, senza alcuna eccezione. In questo senso, le attività della Soka Gakkai rivolte al sostegno e all’incoraggiamento degli altri, mi permettono di aprire il mio cuore e coltivare il rispetto per ogni singola persona.

Cosa fare affinché i diritti umani siano conosciuti e rispettati nella società?

Credo sia fondamentale che ognuno basi la sua vita su una filosofia umanistica che metta al centro il rispetto per la dignità della vita di ogni persona.
Per noi della Soka Gakkai ciò significa realizzare la nostra rivoluzione umana. Inoltre penso sia cruciale che l’educazione ai diritti umani, che insegna l’inclusione e il rispetto per la dignità della vita di ogni singolo essere umano, venga insegnata ai bambini, sia nelle scuole che in famiglia.
È importante far crescere persone che coltivino un vero umanesimo, superando ogni sorta di discriminazione e paura verso chi può essere considerato come “altro”.

Cosa ti incoraggia nei momenti cruciali?

Ogni giorno mi sforzo di leggere La nuova rivoluzione umana per approfondire il mio legame con il maestro Ikeda e cercare il suo cuore. In un certo senso mi incoraggia ogni cosa che scrive. In un passo particolarmente importante per me si legge: «Il presidente Yamamoto ha continuamente spronato le giovani donne a perseverare nella fede basandosi sullo studio del Buddismo e a diventare delle figure di riferimento in famiglia e nei luoghi di lavoro. La base sulla quale fondarsi per portare felicità nel mondo è avere una solida filosofia di vita, essere costanti nella nostra pratica buddista e realizzare la nostra rivoluzione umana. Invece di ricercare ideali lontani, piantiamo le nostre radici lì dove siamo, mostrando la prova concreta della fede a casa e al lavoro» (NRU, 5, 161).

Come vivi le iniziative per la pace che porti avanti nel tuo lavoro?

Ogni incontro può diventare un’opportunità di scambio per costruire un’amicizia e quindi un passo verso la pace. Tutto dipende dal mio stato vitale. Cerco di mettere il Daimoku prima di tutto, è ciò che fa la differenza per riuscire ad arrivare al cuore dell’altro.
Recentemente, durante la nona Conferenza internazionale sull’educazione ai diritti umani per il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, abbiamo organizzato un simposio sull’educazione alla cittadinanza globale e ai diritti umani.
Sono stati coinvolti molti giovani provenienti dai contesti più diversi. In particolare ha raccontato la sua esperienza una ragazza aborigena dell’Australia.
All’inizio era molto titubante, non aveva mai raccontato la sua storia davanti a degli estranei e pensava di non farcela. Alla fine, non solo ha condiviso la sua esperienza toccando il cuore di tutti, ma lei stessa ha ammesso di essere felice perché ha sentito di aver creato valore e contribuito a uno scopo più grande.

Quali sono i tuoi obiettivi per l’Anno della vittoria Soka?

Basandomi sempre sullo studio de La nuova rivoluzione umana, voglio continuare a portare avanti ogni giorno la mia rivoluzione umana, sviluppando coraggio e compassione; aprire nuove strade per costruire una società inclusiva e pacifica basata sul rispetto dei diritti umani; ampliare la rete di giovani che basano la loro vita sul rispetto per la dignità della vita.

Per approfondire:
www.power-humanrights-education.org

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