È naturale che le nostre preghiere siano indirizzate verso gli obiettivi che ci stanno più a cuore, ma qualsiasi «desiderio terreno» davanti al Gohonzon, si trasforma in combustibile per alimentare «il fuoco della saggezza illuminata» Qualche numero fa, in una lezione sul Gosho Lettera a Domyo Zenmon, si è parlato di preghiere e di benefici spiegando che entrambi si possono suddividere in visibili e invisibili (Il Nuovo Rinascimento, n. 306, 1 giugno 2004). C’è un’altra classificazione possibile, che non compare mai nei testi buddisti, ma che all’atto pratico assume spesso un’importanza notevole. Le preghiere e i benefici, infatti, possono essere classificati in “raccontabili” e “non raccontabili”, dove nella prima categoria sono compresi quelli portatori di alti valori e nobili ideali – meglio se altruistici – mentre nella seconda rientrano, per esempio, tutte le piccole inezie quotidiane, i desideri “stupidi” e limitati – meglio se egoistici – le sciocchezze per cui…
Ogni beneficio è prezioso
È naturale che le nostre preghiere siano indirizzate verso gli obiettivi che ci stanno più a cuore, ma qualsiasi «desiderio terreno» davanti al Gohonzon, si trasforma in combustibile per alimentare «il fuoco della saggezza illuminata»
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